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venerdì 24 gennaio 2020

Moglie in un locale

Non si è lasciata fotografare in altro modo,mia moglie in un locale,simil privè.
Lo sconosciuto è andato ben oltre, ma mia moglie non ha voluto .
Io ho 56 anni,mia moglie 52.
Non abbiamo ancora fatto scambio,per ora.
Abbiamo iniziato da poco.
Segue...

Mia moglie .Piace?



giovedì 23 gennaio 2020

Sesso con un cavallo

Ebbene sono qui a raccontarvi il mio racconto. Sono paola ed ho 34 anni,abito,con mio marito e mio padre, in una casa  in campagna.In quei giorni stavamo costruendo  un nuovo capannone,per metterci un allevamento di cavalli,tra cui un bellissimo pony,per ippoterapia di cui,mi sono innamorata appena l'ho visto
Era davvero molto,ma molto bello. 
Arriviamo al punto,io sono un amante di animali,ma non avrei mai pensato di farci sesso,ma non so,come, e perché, ho provato subito attrazione.
Quando  lo stavamo sistemando nella stalla,ero vestita con un leggins molto trasparente e il cavallo sembrava essere interessato ,tantè che gli si raddrizzó il membro.  
Io pensavo  fosse una cosa normale,non certo che  si stesse eccitando,ma nei giorni a seguire,notavo  dei comportamenti strani del cavallo.
 Mi leccava involontariamente nella parte della vagina,il che mi eccitava .
 Stranamente visto che è un animale,ma fatto sta ,che decisi uno dei giorni a seguire,di toccagli il pene per vedere come reagiva.
 Sembrava  stesse godendo,io mi bagnai toccandomi  la vagina,volevo arrivare all'orgasmo toccando il pene del cavallo,lui sembrava starci,e continuava a leccarmi nella parte della vagina.
Non potei resistere,allora decisi di togliermi i pantaloncini e rimanere senza slip,il cavallo non era stupido e continuava a leccarmi ed io gli toccavo il membro 
,molto piu gande di un uomo.
Cosi decisi di mettermi a pecora .
Certo non è stato facile,ma dopo qualche minuto lui ha iniziato a penetrarmi il suo enorme cazzo faceva molto male,ma nel dolore provavo piacere,mi stavo eccitando fino ad arrivare all'orgasmo,il cavallo é venuto cosi tanto che mi sembrava di avere un getto tra le cosce e dentro me.
 Dopo  che mi ha scopato gli ho cominciato a ciucciare il cazzo.
Aveva un bruttissimo odore,ma in quel momento ero fuori di me ed ero molto eccitata,abbiamo scopato per un ora,ma mi sono promessa che non lo avrei piu fatto,anche se avrei voglia di ritentare.

Foto di mia moglie .Che ne dite?

Mamma chatta ose

ciao a tutti sono nuovo di questo blog e  ho deciso di raccontare la mia storia anche grazie all'anonimato.

Io sono figlio unico sono cresciuto da solo con mia madre lei per me è stata ed è oltre una madre è anche un padre ho avuto sempre un bel rapporto ...come tutte le mamme credo anche la mia non sapeva cosa era la tecnologia ma pian piano con fatica sono riuscito a fargli utilizzare un telefonino di ultima generazione e gli ho imparato anche a usare il pc insieme ad msn-fb e siti per giochi e passatempi vari.

Fin qui nulla di strano ...però ho notato che più tempo passava e più tempo lei stava al pc e anche con il telefonino in mano addirittura si è attivata i messaggi gratis cosa che non mi sarei mai immaginato, però ho pensato e da quando sono nato (22 anni) che mia madre non ha avuto un'uomo ..ancora ha 41 anni avrà trovato un'uomo e vuole rifarsi una vita quindi anche se un pò di gelosia lo avuta ho fatto finta di nulla o per lo meno ho cercato ..perchè un giorno sono entrato con il suo accaunt di fb e ho letto tutte le sue conversazioni precisamente di 37 uomini sia della nostra città che non inizialmente sembravano conversazioni normali mai poi l'argomento si andava a buttare sempre sul sesso e la cosa che mi ha sorpreso è che mia madre rispondeva in modo disinibito. Ma non è finita qui in quel momento ho preso il suo telefono approfittando che lei dormisse ..ed ho letto i suoi messaggi tutti verso un solo numero dove però quello che dicevono era ancora peggio di quello che leggevo su fb ...questo oltre a fargli domande piccanti e gli raccontava cosa gli avrebbe fatto gli ha chiesto di farsi delle foto provocanti ...e da quello che ho capito lei le ha fatte e doveva mandargliele il giorno dopo ...incredulo vado a prendere la macchina digitale e non ho trovato nessuna sua foto quindi ho pensato che le aveva già passate al pc quindi cerco cartella per cartella ma nulla nessuna traccia ..fin quando quasi per caso ho trovato una cartella vuota sulla memoria C dentro questa cartella un'altra cartella e dentro questa cartella un'altra cartella e li c'èrano queste foto dove lei era nuda ..non è tanto il fatto di vederla nuda perchè da quando sono nato che la vedo nuda ma era il fatto che lei si era fatte quelle foto per quello.. in quel momento mi è salito il cuore in gola e da quel giorno ho un magone nello stomaco anche se mi fa male continuo a spiare le sue conversazioni e sto sempre più male ho provato a smettere di spiarla ma niente oppure a cancellargli sia le foto ke i numeri e l'accaunt di fb ma come cosa sarebbe troppo palese quindi non lo fatto ...non so che fare ... scusate per il mio racconto troppo lungo ma dovevo sfogarmi in qualche modo sperò che qualcuno posso darmi un buon consiglio se magari si è trovato più o meno nella stessa situazione oppure cosa farebbe se capitasse a lui ....GRAZIE IN ANTICIPO.

Le foto della propria madre .

Non si fa,ma ho spiato lo smartphone di mia madre che mio padre gli ha regalato .È stata troppa la tentazione .
I miei erano a dormire ed era appoggiato sopra il micronde.
Inoltre non c era nessun blocco e ha lasciato la casella email aperta e ho guardato nel settore msg inviati e ho trovato delle foto di lei,in intimo mandate alla sua amica (che e una sua amica lo so, perche si sentono sempre ed e la madre di un mio ex amico..)

A parte lo schifo Oo.. io ci sono rimasto allibito, come potete immaginare !!..
cosa devo fare? lo dico a mio padre?
sono molto deluso

Una madre strana.

Strano comportamento di mia madre, che fare?

Salve a tutti, premessa che ciò che sto scrivendo è vero e non una bufala come molti scrivono qui, comunque sono un ragazzo di 20 anni e da 6 anni vivo da solo con mia madre (dopo che i miei hanno divorziato). Mia madre è una bella donna di 40 anni, lavoriamo entrambi in un negozio di abbigliamento che appartiene a mio zio, comunque il problema è nato 4 giorni fa, finito il turno siamo andati a casa e come ogni giorno io prima ceno e poi esco con la mia ragazza, al rientro stavo per andare in bagno ma sento mia mamma che dice che è occupato, allora mi metto nella mia stanza aspettando che esca (erano 01.30) ma intanto sentivo dei rumori, tipo dei sussurri mi avvicino la porta e la sento sussurrare il mio nome, ma niente pensavo parlasse tra se e se e allora sono tornato in stanza. Il giorno dopo sempre la stessa routine rientro in casa di notte (il bagno stavolta era libero) ma nella sua stanza la sento sussurrare e c'era anche la tv accesa ma senza volume allora vado per aprire la camera ma era chiusa a chiave (lei non si era mai chiusa a chiave) mi dice "ei ale aspetta" dopo poco tempo apre, e le dico se era tutto ok e che la sentivo parlare e lei rispose che era la tv. Ieri ragazzi sono entrato prima ed era in bagno, la saluto fingendo di andare in camera ma invece rimango nel corridoio e mi metto a spiare dal buco della serratura, e niente c'era lei che si masturbava sussurrando il mio nome, era completamente nuda con le gambe divaricate, ragazzi non so che fare le dovrei parlare, ditemi voi

martedì 21 gennaio 2020

Sulle gambe

Moglie

Vero incesto

Salve. Premetto che sono venuta a conoscenza del vostro sito grazie a ricerche sull'argomento di cui andrò a parlare e notando che è stato già affrontato da voi. Ho molta vergogna a dire quello che sto per dire, ma sento il bisogno di farlo. Sono una mamma di 41 anni, negli ultimi 3 mesi ho commesso incesto con mio figlio e solamente nelle ultime settimane ho cominciato a sentire un enorme peso dentro di me, ed esattamente da quando ho scoperto di essere incinta. Mi sto già muovendo per completare l'interruzione di gravidanza al più presto, anche se dentro di me ho ancora dei dubbi forti. Ad ogni modo ho provato a ricercare delle cause dentro di me e sono sicura che tutto è cominciato quando mio marito ha cominciato a trascurarmi e ho rivisto in nostro figlio mio marito da giovane. E io ingenua, stupida e forse anche troppo alla ricerca di quella soddisfazione sessuale che andavo cercando, sono caduta in atteggiamenti intimi con lui fino a quando siamo finiti a fare l'amore. E per dovere di cronaca devo dire che è stato lui a cominciare la cosa facendosi vedere spesso nudo e mostrandomi le sue virilità. Mi preme sottolineare che lui ha 20 anni. Ho passato tre mesi così, dove cercavamo di avere rapporti sessuali ogni giorno evitando di farci beccare da mio marito e anche l'altro mio figlio, che è ancora un bambino e non sa proprio nulla. Ho paura adesso. Paura di avere tradito il padre dei miei figli con nostro figlio. Mi sento una persona orribile. Non dormo la notte e da una settimana evito qualsiasi contatto con mio figlio. Vorrei un aiuto e un parere. Di persona mi vergogno a dire cos'ho fatto.

lunedì 20 gennaio 2020

Una situazione molto comune.



Mi chiamo Elena e sono sposata da 8 anni; ho due bellissimi bambini ed un affettuoso e presente marito.
Voglio raccontare la mia storia, attraverso un amico, perché qualcuno mi aiuti a capire cosa mi sta succedendo con la convinzione che non sono solo io in una situazione del genere.
Sono con mio marito da undici anni ed ho trentatré anni.
Mio marito è stato il mio terzo, vero, uomo. Il primo ragazzo l’ho avuto a sedici anni; eravamo coetanei e con lui ho perso la verginità. Secondo me anche lui ha perso con me la sua verginità anche se diceva che l’aveva già fatto, ma i suoi “comportamenti a letto” mi hanno fatto ritenere, a posteriori, che dicesse il falso.
La nostra storia si è conclusa con l’inizio dell’università. Università diverse, nuove conoscenze. Fu un lasciarsi indolore, rimanemmo amici, così accadde anche con il secondo ragazzo.
Questo era un mio compagno del corso di legge, ci vedevamo quasi tutti i giorni a lezione. Dopo un paio di mesi ci mettemmo insieme. Durò un paio d’anni e poi terminò naturalmente. Crescendo si cambia.
Dopo ebbi un paio di veloci filarini, qualche temporaneo incontro sessuale e nulla più. Comparve infine Adolfo, mio marito, altro compagno di corso universitario.
Bel ragazzo, adesso uomo, intelligente e simpatico. Ci innamorammo. Finimmo insieme l’università ed iniziammo a lavorare in due diverse aziende. Ci sposammo presto e nacque subito il primo figlio. 
Comprammo la nostra villetta indipendente in un piccolo, ma bel paese, tra Piacenza e Lodi. Io lavoro a Lodi mentre lui lavora a Piacenza. 
Fino a quel momento tutto filava liscio tra noi. Casa, lavoro, vacanze, interessi comuni, amici e sesso.
Non eravamo due assatanati del sesso, ma lo facevamo regolarmente senza prestazioni particolari e con molto rispetto dei desideri dell’altro.
Si missionaria, pecorina, pompini, si 69, no anale per reciproca scelta, no utilizzo surrogati.
Ero soddisfatta sessualmente e penso anche lui. 
Durante la gestazione del primo figlio, non so per quale motivo, il sesso tra noi si diradò, ma confesso che allora non mi pesò, avevo altri pensieri per la testa. Purtroppo ciò continuo anche dopo la nascita del bimbo, ma ero molto presa dal lavoro e dall’essere una neo mamma che la cosa passò in secondo piano. Due anni dopo nacque il secondo ed ultimo figlio. Nel frattempo sia lui che io avevamo fatto passi in avanti nel lavoro ed avevamo maggiori responsabilità, ma anche la possibilità di gestire il nostro lavoro; ed inoltre avevamo ed abbiamo una soddisfacente situazione economica.
Durante la “nascita” del secondo figlio la nostra intesa sessuale precipitò. Sono sicura che non avesse un amante; forse gli impegni lavorativi, la famiglia…gli fecero mettere inconsciamente in secondo piano quello che oggi io ritengo sia una esigenza primaria della vita. Si faceva e si fa sesso più o meno una volta al mese, a volte anche meno.
Per i primi anni, come penso per ogni donna, i figli da crescere, il lavoro, la casa, non lasciarono emergere altre mie esigenze, ma i figli crescono e finalmente si può dedicare del tempo a se stesse . Ripresi a frequentare la palestra, non che ne avessi bisogno. La nascita dei figli non aveva trasformato il mio corpo. Sono nati che ero ancora molto giovane e non hanno inciso sul mio fisico. Sono alta e mio marito apprezza il mio seno e dice che ho un bel culo. Lo dicono scherzando anche i nostri amici.
Mi sento molto femminile.: tengo i capelli lisci e lunghi ed indosso sul lavoro quasi sempre la gonna. I pantaloni li utilizzo per praticità quando andiamo in giro o quando sono in casa.
Curo il mio abbigliamento intimo, ma senza esagerare, ed indosso sempre i collant sotto la gonna perché sono molto pratiche.
Sono tornata in palestra soprattutto per ritagliarmi un mio spazio, se questo poi aggiungeva una miglior tonicità al mio corpo, meglio.
Il maggior tempo a disposizione mi lasciava spazio per riflettere sulla mia vita ed anche per sognare. Sognare su viaggi che avremmo potuto fare e riflettere sulla nostra/mia vita e su quanto c’era intorno. Non più schiacciato dalle continue incombenze fisiche e psicologiche il mio corpo tornò a farsi sentire. Ciò succedeva circa un paio di anni fa.
Sorridendo potrei dire che “sentivo” la primavera. Gli ormoni si rimisero in moto e sentivo il bisogno di soddisfare una sopita esigenza.
Ricomincia come da ragazzina a masturbarmi, ma sapevo di avere un marito.
Provai con lui, ma con scarsi risultati. 
Eppure ce la misi tutta. Lasciavo i bimbi più notti dai miei suoceri per poter uscire a cena da soli e/o con amici. Oppure andavamo al cinema e qualche volta anche in discoteca.
Sperai che lo svago gli desse una “mossa”, ma nulla accadde nel nostro letto matrimoniale. Organizzai infine dei romantici week end.
Il risultato del mio impegno purtroppo non fu all’altezza delle mie aspettative. Rinunciai.
Continuai ad essere una buona mamma e moglie poco soddisfatta sessualmente
Nella mia azienda, una importante banca, sono la responsabile “legislativa” dei nuovi prodotti. Tutti i nuovi “prodotti” devono essere in linea con quanto richiesto dalla legge, Banca Italia etc .. mio compito è che tutto fosse ok.
Per questo ho uno staff che lavorava con me e mi avvalgo anche di consulenti esterni che conosco da anni. Ed arriviamo ad oggi.
Tra questi consulenti ve n’è uno con cui ho “legato” subito; ci intendiamo al volo. Lui viene a Lodi un paio di giorni ogni due settimane ed in quei giorni è un meeting continuo sino a terminare il lavoro.
Anche lui è sposato, ha due bimbi, ed ha qualche anno più di me.
Un bell’uomo, simpatico, arguto, molto capace professionalmente.
Durante l’intervallo di pranzo era una abitudine, prima formale (era un “fornitore”) poi diventata piacere, pranzare insieme. All’inizio si parlava solo di lavoro, nel tempo andammo a parlare anche dei nostri interessi, desideri e delle nostre famiglie. Si andava oltre il normale rapporto di lavoro.
Stavo bene con lui, e mi accorsi che in quelle ore il resto spariva e lo stesso appariva per lui. Mi adulava, si complimentava con me della mia persona e dei miei risultati, ma non posso dire che mi corteggiasse
Nella nostra nuova amicizia, seppur con cautela ed ironia, si parlava dei reciproci consorti e forse avevo fatto trasparire la mia insoddisfazione, l’unica. Pensandoci, da alcune sue battute, anche lui pareva trovarsi in una analoga situazione.
Tutto ruotava intorno ai figli. Condividevamo che i figli cambiano la famiglia, in tutto.
Iniziammo a scambiarci con email e wats up dei messaggi, nulla di particolare, ma erano la conferma della nostra amicizia. Da un canto ero contenta di ciò, dall’altro mi chiedevo se stessi facendo la cosa giusta. Il solo chiedermelo doveva farmi pensare. Nel letto mentre mi masturbavo mi chiedevo se lui facesse lo stesso.
Cominciavo ad essere diversa con me stessa.
A volte la sua presenza mi faceva molto piacere, altre volte lo liquidavo bruscamente. Era la paura che mi faceva agire in un modo non mio. Forse sentivo vacillare alcune mie certezze.
Anche lui mi appariva diverso. Un giorno mi confessò apertamente del suo rapporto freddo con la moglie.
Ero lusingata del suo considerarmi importante tanto da aprirsi con me, ma mi chiedevo cosa stesse avvenendo tra noi
Adesso stavo molto attenta alle sue lodi, al suo modo di parlarmi, alle attenzioni che mi dedicava; mi ero accorta che quando casualmente le nostri mani entravano in contatto, anche per una semplice stretta di mano, avevo una sorta di contrazione allo stomaco.
Parlo di me. ma le stesse cose , me lo confessò, le provava anche lui.
I nostri incontri stavano diventando imbarazzanti. Con il senno del poi sembravamo timidi adolescenti ai primi approcci sentimentali.
E accadde.
Ricordo bene quel giorno.” Adolfo varcò il Rubicone”.
Mi disse che voleva portarmi a vedere un bel posto fuori Lodi che se mi fosse piaciuto avremmo potuto tornarci spesso.
Non era nuovo a queste proposte. Potendo gestire il nostro tempo lavorativo altre volte eravamo andati a pranzo in nuove località vicino Lodi. 
Eravamo in auto e chiesi dove andassimo. Mi disse: vicino l’Adda, sarà una sorpresa. Spero ti piaccia.
Non mi aveva mai detto così e attesi con impazienza il raggiungimento della meta.
Arrivammo in un piccolo sobborgo in riva all’Adda. Si poteva vedere una costruzione che avrebbe potuto essere una piccola trattoria e sparpagliate intorno delle piccole casette, molto belle 
Mi disse: aspetta
Entro in quella che doveva essere la trattoria che poi scoprii fosse il punto di benvenuto. Ne usci poco dopo. Io intanto ero scesa dall’auto e mi guardavo intorno, Era un posto bello e di pace. Il fiume correva a fianco delle casette. C’era tantissimo verde ed un silenzio assordante.
Mi prese per mano, ma questa volta non la lasciò ed io non gliela sottrarsi.
Attraverso un sentiero/percorso ciotolato arrivammo davanti ad una deliziosa piccola casetta o meglio un bungalow. Intorno, a distanza, ve ne erano altri simili.
Aprì la porta facendomi entrare.
Curiosa mi guardavo intorno.
Una piccolo soggiorno con angolo cucina ed una tavola già imbandita, a fianco una porta che faceva intravedere una camera da letto con un grande letto. Tutte le finestre davano sul “verde” meno una che dava sul fiume.
Mentre mi guardavo intorno sentii la sua presenza “addosso”. 
Ricordo bene le sue parole: spero che questa non sia la fine della nostra amicizia.
E mise le mani intorno ai miei fianchi tirandomi a sé e sovrapponendo il viso al mio pose le labbra sulle mie.
Sorpresa feci per tirarmi indietro, ma lui mi teneva. Gli dissi: no non dobbiamo. Siamo sposati. Lui chiuse la mia bocca con la sua ed io di schianto cedetti
Le mie masturbazioni, i miei ormoni, il mio corpo tremante, presero il sopravvento. Mi trovai attaccata a lui che ricambiavo il bacio.
Vi ricordate delle contrazioni che provavo quando,.. . Adesso ero una contrazione unica e le mie basse intimità stavano impazzendo. Sentivo il fuoco dentro.
Fu così che mi sentii attirare dalle sue braccia e provai il sapore delle sue labbra che chiudevano le mie.
Lasciai perdere ogni senso di colpa e mi abbandonai al bacio ricambiandolo.
Ormai ero fatta. Sentivo le sue mani che mi accarezzavano tutto il corpo scendendo dalle spalle al sedere, mentre io non riuscivo a staccare le braccia dal suo collo scossa da brividi di piacere, anche se dalle mie labbra, quando le sue mi lasciavano il tempo di respirare, uscivano dei “no, no….” poco convinti.
Sentii le le sue mani slacciarmi i bottoni della camicetta e poi togliermela facendola cadere a terra e poi sempre le sue mani che dietro sganciavano il fermo gonna facendola cadere ai miei piedi.
Teneva il bacino premuto contro il mio e potevo sentire la sua dura protuberanza spingere contro il pube.
Mi trovai a premere il bacino contro il suo alla ricerca di quel che cercava anche lui.
Mi palpava il culo, difeso dalle mutandine e dai collant, e faceva scivolare la mano nel solco toccandomi il sesso da dietro. Poi mentre la sua lingua scavava la mia bocca prese una mia mano e la portò sul suo “pacco”. Me la spinse contro ed io la allargai e potei sentire quanto fosse eccitato.
Tenevo gli occhi chiusi beandomi della situazione e mentre stringevo da sopra il tessuto il suo pene sentii la sua mano superare i bordi dei collant e delle mutandine e le dita infilarsi nella mia passera fracida che si allargò immediatamente al suo tocco.
Com’era diverso dal sesso che provavo con mio marito
Sentivo che voleva possedermi ed io volevo essere posseduta.
La mia mano si mosse, mi vien da pensare senza alcun mio razionale comando, e si infilò nei suoi pantaloni e poi negli slip e finalmente potei tenere, toccare, sentire quello strumento che mi avrebbe dato tanto di piacere. Era duro, caldo e realizzai anche grosso.
(non ne avevo conosciuti molti, ma questo era tra i più grandi)
Rimanemmo così per lunghissimi minuti, lui a baciarmi ed a esplorarmi e io che rispondevo ai suoi baci e lo masturbavo tenendolo stretto nel palmo della mano.
Adolfo si staccò da me mentre ancora lo tenevo per il pene e mi fece girare. Mi trovai piegata appoggiata al bordo dell’imbandita tavola.
Sentii che mi venivano calati in unico movimento collant e slip e che i piedi mi venivano alternativamente sollevati per liberarmi di quanto vi fosse caduto.
Poi una mano mi fece piegare ancor di più mentre un'altra mi spostava una gamba divaricandole.
Non pensavo. Attendevo. Una mano mi toccò le grandi labbra, le allargò e poi sentii qualcosa di duro entrare e farsi prepotentemente spazio all’interno della vagina. Il suo pene era entrato, mi stava scopando, possedendo.
Stavo tradendo mio marito, ma stavo già godendo.
Lo sentii arrivare a fondo della vagina e poi tornare indietro e poi avanti in un moto perpetuo. Sentivo il suo pene entrare totalmente in me facilitato dalla mia voglia.
Ebbi un immediato orgasmo, non mi era mai successo così velocemente.
Un immenso calore si propagò dal basso verso l’alto dandomi la sensazione unica del godere. Non finì lì.
Il suo pene mi martellava ed io gli andavo incontro ormai partecipe dell’atto sessuale.
Continuò a scoparmi. Vivevo in quel limbo di piacere che anticipa l’orgasmo. Poi con mio dispiacere si staccò, ma in un attimo mi prese in braccio e come una novella sposa mi portò nella camera da letto e dolcemente mi stese sul letto. Si riappropriò della mia bocca intanto che mi toglieva il reggiseno ed il resto. Ero nuda e fremevo sotto il tocco delle sue mani vestita sola di una collana pendente tra i seni e l’orologio al polso. 
Non so come fece, non me ne resi conto, ma anche lui era nudo ed il suo uccello penetrò nel mio nido.
Riprese a muoversi in questa nuova posizione. Mi teneva le mani sotto il culo ed anch’io mi trovai a stringere il suo muscoloso di dietro.
Le nostre bocche erano talmente fuse che non ne uscivano suoni, ma solo saliva che mischiavamo tra noi.
Per tenerlo più vicino arcuai le gambe intorno al suo corpo . Mi sentii aprire tutta e riempita sino in fondo. Con il bacino andavo incontro ai suoi movimenti. Impazzivo di piacere. Sentivo un nuovo orgasmo avvicinarsi.
Per prendere forza o aria , o non so, rallentò la penetrazione quasi a fermarsi . Senza vergogna gli dissi: non fermarti ti prego, continua. Ero prossima a venire nuovamente e non volevo perdere quel momento
E lui rispondendo con i fatti alla mia richiesta riprese a scoparmi velocemente. Gridai a breve il mio piacere ed il mio orgasmo. Poi collassai e le mie gambe caddero sul letto. E qui colsi come il sesso si possa conciliare con l’amore.
Usci da me si sollevo all’ altezza del mio viso e mi mise il pene in bocca.
Non si fece leccare o succhiare, mi scopò in bocca. Le mie mascelle erano spalancate al massimo per accoglierlo. Avevo la sensazione del soffocamento quando la punta del pene arrivava alla gola . Ma lui non si fermava ed io non lo fermavo
Mi scopò cosi per lunghi minuti. Ritorno tra le mie cosce calando il viso sull’ancora bagnata, calda intimità. Poggiò le mie gambe sulle sue spalle. La mia passera era sua, della sua bocca .La sua bocca e la sua lingua succhiarono e leccarono la mia vagina, la mia clitoride; le sue dita mi penetravano e sfregavano i miei punti più intimi. La clitoride era sottoposta ad un continuo assalto e sentivo di nuovo il piacere invadermi.
Tenevo le mani sulla sua testa spingendolo in me come ad invitarlo a cibarsi della mia vagina.
Sentii la mia voce dire: “Ancora… ancora… non fermarti….
Ma lui si sollevò e sostituì la bocca e la lingua con il suo duro pene.
Ebbi un nuovo grande sussulto alla penetrazione del cazzo.
Pochi suoi movimenti a scavare dentro e fui sulla strada dell’orgasmo. Godetti quasi contemporaneamente a lui; lo sentii dire: vengo, vengo, ti riempio. Crollò poi su me, dentro me, schiacciandomi con il suo peso impedendomi qualsiasi movimento. 
Avevo sentito il suo seme spandersi nella mia calda intimità e oltre al piacere di quella sensazione pensai: mi è venuto dentro, non sono coperta.
Ma è un pensiero che accantonai subito e poi vi dirò perché.
Pensai fosse finita invece scoprii cos’è un toro infoiato, cosa era lui. 
Si stacco da me e si portò nuovamente d’abbasso fino a portare la sua bocca sul mio sesso che doveva essere unto dei nostri umori. Mi allargò nel contempo le gambe.
Il mio precedente piacere non era ancora completamente sparito quando la sua bocca si reimpossesso della mia vagina e di tutto quello che poteva raggiungere. Tutto come prima.
Ritornai a vivere in un sogno fatto di puro piacere.
Avrei voluto toglierlo di lì. Le mie mani erano ancorate alla sua testa, ma non la spostavano.
Dalla mia bocca uscivano parole : come basta; non ne posso più Ma il mio bacino andava incontra alla sua bocca. Mi portò ad un infinito orgasmo. Mai avevo provato un simile piacere che nella sua intensità aveva cancellato tutti quelli che avevo avuto in vita. Molto facilmente gridai il mio piacere, forse riuscii a farmi sentire nelle vicine casette; poi caddi semisvenuta. Me lo disse lui ridendo dopo quando riprendendomi lo vidi al mio fianco. 
La sua bocca umida del mio e del suo piacere si appoggiò sulla mia e limonammo. Il sentire il mio piacere dalla sua bocca non mi faceva ribrezzo. Era per me la prima volta e se all’inizio la cosa mi incuriosì poi mi dette delle belle sensazioni.
Seguitammo a baciarci a bearci del calore dei nostri corpi, poi prese una mia mano e la riportò sul pene. Non era duro, ma neanche molle e capii che mi desiderava ancora.
Grazie alla mia mano che sapientemente gli manipolava pene e testicoli dopo pochi minuti riprese il suo pieno vigore, inconsciamente avevo deciso di non pormi limiti e riprendemmo a fare sesso.
Insisto sul sesso perché era sesso e non amore.
Riprese a baciarmi nuovamente ed a strapazzarmi i seni ; poi le sue mani presero nuovamente a giocare di dietro con il mio sesso e con il mio culo 
Ero argilla nelle sue mani, ma adesso ero più consapevole della mia presenza e mentre venivo sommersa dalle sue attenzioni la mia mano impugnava con forza il suo pene imprimendo quel movimento che sin dai primi incontri con i ragazzi avevo imparato a fare. 
Lo feci con forza tale che si staccò sorpreso da me. Ebbi l’occasione per vedere da vicino il suo pene. Era magnifico: tondo, liscio, lungo, la punta gonfia e scoperta.
Avvicinai il viso per guardarlo meglio; solo con il mio primo ragazzo, piena di curiosità per la nuova esperienza, avevo fatto questo.
Ma ora volevo vedere bene quel “coso” che mi stava dando tanta felicità. Dopo avrei imparato a chiamarlo cazzo ed altro.
All’improvviso non seppi resistere: mi abbassai e passai la mia lingua sulla sua punta. Poi feci sparire il glande tra le labbra e cominciai a fargli il mio primo vero pompino. Ne sentivo la voglia
Lo spompinai con perizia, aiutandomi con la mano mentre lo succhiavo con forza, finché non lo portai ad un passo dal venire. Con mio dispiacere mi spostò dicendomi : non voglio venire adesso, abbiamo tempo.
Avrei voluto sentire il suo seme riempirmi la bocca. Peccato.
Mi fece girare prona sul letto, mi allargò le gambe poggiò la punta del suo cazzo nel solco delle natiche. Prese a spennellarmi dal basso verso l’alto e viceversa nel solco tra le natiche.
Sentivo la punta del pene scivolare tra le labbra roride della passera e salire ed arrivare al mio vergine ano. Li si fermava, si puntava un po' e poi riscendeva.
Rifece più volte lo stesso percorso provocandomi piacere in basso ed ansia in alto.
Stingevo i glutei quando arrivava al mio buchetto avevo paura che…
Quando ad un certo momento il suo glande si soffermo troppo sull‘ano accennando a spingersi contro dissi: no, per favore no , lì no
E lui, no, perché? 
Non sapevo cosa dirgli; perché gli dicevo no? Allora risolsi con un: adesso no. Non glielo negavo, rimandavo.
Riprese a muovere il pene tra i due buchi facendomi preoccupare quando si soffermava troppo sul mio ano poi finalmente sprofondò nella mia vagina che lo accolse con gioia. La sentii aprirsi ed io con lei.
Mi scopò con passione e un’intensità da farmi tornare in preda al piacere. Le sue dita mi stringevano i seni, mi pizzicavano la clitoride, si infilavano nei miei buchi, dalla bocca alla figa senza trascurare lievi passaggi sul buco più nascosto. Mi stava marchiando sessualmente
Del tempo successivo ricordo solo che mi scopò in diverse posizioni e che provai più orgasmi come se all’ improvviso fossi diventata pluri orgasmica. Avevo la vagina infuocata e la sentivo pulsare di vita propria. Mi sentivo strapazzata, sfruttata, saccheggiata
Sentivo i muscoli delle cosce indolenziti, le tette doloranti ed i capezzoli martoriati. Sentivo la sua saliva in bocca. Ero frullata come fossi stata in una lavatrice.
Era in continuo movimento, mi prese e fece da ogni angolazione. Infine, finalmente, giunse il momento del suo orgasmo. Volle venire tra le mie tette mentre con bocca e mani gli prendevo il pene. 
Nel momento del primo getto di sperma, che andò a perdersi tra i seni, prese l’uccello in una sua mano. Dicendomi apri la bocca, lo orientò al mio viso.
Furono altri tre ,quattro copiosi schizzi che mi colpirono gli occhi ,accecandomi, e la bocca che avevo prontamente aperto alla sua richiesta. Potei sentire il suo sapore passarmi dalla lingua alla gola.
Poi il flusso di sperma terminò.
Finito quel lungo momento di pazzia erotica fummo uno a fianco l’altra stremati, ansanti. Sentivo ancora la coda del piacere, ma la mia mente andava e quello che era successo e diceva che non fosse possibile godere così. Cosa ho fatto?
Andai in bagno a lavarmi portando con me il mucchietto dei miei vestiti. Vidi allo specchio il mio viso coperto da una lucida pellicola del suo seme e le mie ciglia inzuppate dallo stesso.
Mi lavai strofinando con forza il viso e le mie parti intime come volessi cancellare quanto avvenuto. Lentamente mi rivestii, dai collant alla camicetta, e tornai in camera pronta ad andare. Lui mi aspettava pronto. Uscendo girai la testa all’ appartamento che aveva visto il mio primo tradimento: la tavola era rimasta imbandita.
Andammo all’auto in silenzio; nessuno dei due parlò durante il viaggio. 
Riflettevo su quanto fosse successo, ma al di là dei pensieri sul mio non corretto comportamento di moglie su una cosa si concentrò la mia attenzione.
Mi sentivo fisicamente e mentalmente bene. Il mio corpo era rilassato. Le mie parti intime erano calde e soddisfatte. Tutto era soddisfatto: corpo e mente. Mi sentivo come dopo un duro allenamento quando il fisico è distrutto e ti senti bene, ma era ancora meglio, molto meglio.
Tonammo in sede dove mi lasciò davanti l’ingresso. Avevo un nodo in gola. Scendendo dall’auto gli ridissi: non dovevamo. Non rispose; i suoi occhi erano lucidi.
Due settimane dopo tornò in ufficio per il consueto incontro.
Aspettavo da giorni con ansia e timore quel momento.
Volete vi racconti del mio dispiacere per quanto fatto con lui, per quanto fatto a mio marito?
Posso raccontare di come mi sentissi troia ed infedele?
Posso anche raccontare di quanto mi fosse piaciuto?
Pensieri che nei giorni si sovrapponevano impedendomi di capire cosa fossi, cosa volevo, cosa….
Lui fece finta di nulla. L’ansia mi attanagliava lo stomaco; provavo crampi ed un dolore fisico. Lavorammo con gli altri come nulla fosse successo anche se mi sentivo scossa. Poi giunse il momento del pranzo. Per non dare luogo a giustificazioni strane ai colleghi mi avviai, come al solito, con lui e salimmo in auto.
Una nuvola di silenzio ci copriva. Notai che stava facendo la strada della volta precedente. Ero in confusione, non capivo nulla. Ebbi un accenno di ripresa solo quando mi resi conto di trovarmi nello stesso bungalow della volta precedente.
Ebbi una forte reazione: perché siamo qui? Sono venuta con te solo per dirti che non deve più succedere. Perché mi hai riportato…? Non voglio. 
Sono venuta solo per spiegarmi ….
Lui non parlava. Mi guardava con uno sguardo profondo e quando lui mi prese tra le braccia e la sua bocca cercò la mia tutte le mie resistenze caddero 
Capii che stavo aspettando solo quel momento e che le mie ansie erano provocate dal timore che non si ripetesse.
Mi prese per mano conducendomi nella nota camera da letto.
Si fermò al fianco del letto e mi diede un lungo bacio. Poi disse: da oggi si cambia, siamo qui per fare sesso e soddisfare le nostre voglie che in casa ne tuo marito ne mia moglie sanno riempire.
Allora facciamo quello che ci sentiamo di fare senza ipocrisie. Mi guardava negli occhi cercando la mia reazione. Ero pienamente consapevole di quello che stavo facendo ed in linea di massima ero d’accordo con lui. In linea di massima perché non avrei accettato violenze o rapporti sgraditi per esempio con terzi ( poi imparai mai dire mai).
Comunque non era il caso di dibattere sull’argomenti i fatti avrebbero parlato. Chinai la testa dando il mio assenso .Era il segnale che attendeva.
Prese la mia mano sinistra, quella con la vera. Penso l’abbia fatta apposta perchè la prese tenendo con il mio palmo rivolto in basso ed io guardando cosa volesse fare con la mia mano ero per forza costretta a vedere l’anello simbolo del mio matrimonio.
Era un ‘ulteriore prova di conferma
La avvicinò alla patta dei pantaloni. Disse: tiralo fuori e succhialo. Fammi un pompino.
Usò un linguaggio crudo, ma efficace. Eravamo lì per fare sesso per soddisfare i nostri nascosti istinti sessuali.



Stando in piedi gli slacciai i pantaloni e con la mano gli feci uscire il membro già parzialmente eccitato. 
Mi resi conto che mi stavo eccitando ancor più. I suoi modi, la mia voglia…
Cominciai a segarlo mentre le nostre bocche in alto si scambiavano saliva.
In breve ero accaldata e disponibile ad essere scopata, ma dovevo attendere.
Nella mia nano prendeva sempre più consistenza fino a che lo sentii bello duro. Allora mi inginocchiai e apriì la bocca il più possibile per far entrare la cappella, che era ,veramente notevole, in un sol colpo. Volevo stupirlo, in realtà volevo fare tutte quelle cose che avrei voluto fare e non avevo mai fatto.
Cominciai subito andando a fondo con un succhio e risucchio che lo fece vibrare. Aveva messo la mano sulla mia testa , ma era solo appoggiata per il momento
Si fece pompare per un po' ai miei ritmi poi usò la mano spingendo sulla mia testa per infilarmelo più a fondo. Ogni volta che mi tiravo indietro per riprendere respiro, lui mi spingeva giù a prenderlo in fondo quasi a soffocarmi, ma non rinunciai a quel cazzo. Mi piaceva.
Sentivo tra le cosce il liquido della mia eccitazione. La gonna ni era risalita sulle ginocchia.
Lui disse. Hai una bocca divina. Ti offendi se ti chiama troia o puttana?
Poco da dire, era il nostro ruolo nel nostro rapporto. Io e lui eravamo puttana e puttano perché negarlo?
Gli dissi: fai e di quello che vuoi.
Allora se e così masturbati, fatti un ditalino mentre lo succhi.
Forse aspettavo solo che lo proponesse perché subito la mia mano si infilo sotto la gonna, i collant e le mutandine per raggiungere la mia bagnata passera che parve aprirsi per accogliere le mie dita. Continuai a leccarlo mentre giocavo con la mia clitoride.
Lo spompinai a lungo e dovetti mettere le ginocchia a terra per sostenermi.
Si accorse della mia stancante e dolorosa posizione e mi fece alzare.. Si mise lui in ginocchio davanti a me, mi sollevò la gonna e con un gesto improvviso che in quel momento non capii mi strappo dal davanti le collant . Poi tirò verso il basso le mutandine facendomele poi uscire dai piedi infine, finalmente, mise la bocca e le dita dentro la mia passera. Gemevo di piacere e già pensavo che tra poco avrei accolto tra le cosce il suo membro.. Fece squasso della mia passera , mi pareva di sentire lo sciaquettio dei miei umori. Dopo si alzò. Fu lui freneticamente a spogliarmi ed a spogliarsi. Mi tolse tutto, era nuda al suo sguardo. Disse: sei bella. Per la prima volta potei guardarlo interamente nudo. Aveva un bel fisico. Era alto, le membra proporzionate, il petto muscoloso, solo un leggero accenno di pancetta. Il petto aveva una leggera peluria, un cespuglio di peli neri alla base del pene ed anche sulle gambe la peluria era limitata.
Il membro si stagliava verso l’alto, rigido, andando a superare l’ombelico. Il suo tronco era liscio e venato di forma normale. La sacca dei testicoli era grande. Il glande pareva la cappella di un fungo, in proporzione al tronco mi pareva più grosso del normale.
Mi si avvicinò e aiutato dalla mano mise il pene tra le mie cosce facendolo strusciare avanti e indietro sulla passera che si bagnò ancor più. 
Mi disse: hai voglia, mi stai bagnando il cazzo. Dillo che lo vuoi. Dillo. 
Non dissi nullo, ma i miei gemiti al suo strofinare dicevano cosa volessi. 
Allargò con le dita la mia vulva e ci intinse il glande. Sentii la mia vagina aprirsi alla cappella che si faceva strada, mentre lui con un sorriso di soddisfazione continuava a chiedermi: “ti piace è?”,
Quel modo nuovo di fare sesso mi dava una libidine superiore ai rapporti precedenti.
Entrava ed usciva solo con il glande dalla mia intimità. Poi si sedette sul bordo del letto, i piedi poggiati a terra e mi invitò a sedermi su lui. Allargai le gambe e lentamente mi calai sul suo cazzo. Si fece strada lentamente in me sino a sentirlo urtare il collo dell’utero. Che sensazione unica.
Disse: scopami.
Lo scopai. Lo cavalcai, ma senza farlo arrivare in fondo. Troppo acuto era il dolore. Godevo allo scorrere del suo bastone e non trattenevo i miei mugolii di piacere. Sentivo l’uccello colpire il collo dell’utero. Godevo.
Le mie tette erano all’altezza della sua bocca e lui ne approfittò. Mi succhiava i capezzoli e sempre con le labbra me li tirava. Era una dolce tortura. Preso dalla smania succhiò le parti morbide del seno, ma con un’ingordigia tale che pensai mi avrebbe lasciato degli evidenti succhiotti. Non lo fermavo, mi piaceva sentire forte sia il suo cazzo che la sua bocca.
La doppia stimolazione mi portò velocemente all’orgasmo. Se ne accorse. Attese che il climax passasse e mi prese per i fianchi aiutandomi a riprendere la cavalcata sul suo sesso. Mi si spingeva contro dicendomi: prendilo, fammi sentire quanto ti piace. Eccome se mi piaceva.
Poi all’improvviso, come era suo uso, mi sollevò e mi mise alla pecorina al bordo del letto, con i piedi piantati poteva spingere il pene dentro con più forza.
Disse: voglio sfondarti la fica.
Lo spinse dentro con forza ed ogni volta lo spingeva a fondo come se prendesse la rincorsa per metterlo dentro.
Mi piaceva. Ogni volta che arrivava a fondo toccando la cervice mi usciva un gemito.
All’ennesimo mio urletto lui: te la sto sfondando questa fighetta e mise da sotto le mani sulle mie penzolanti tette stringendole.
Così ancorato spingeva come un forsennato, sembrava mi penetrasse con ancora più forza.
Te la rompo. Te la sfondo. Erano queste le sue parole e nel raptus sessuale che mi aveva coinvolto mi trovai a dirgli: dammelo tutto, si sfondami la fica. Continuava come davvero volesse sfondarmi, spannarmi la vagina. Stavo provando un piacere immenso. Raggiunsi un orgasmo potentissimo, devastante. Gridai al cielo il mio piacere mentre lui gridava il suo. Rimanemmo attaccati come due cani durante il sesso. Non sentivo il suo peso addosso.
Poi si tirò su e si distese e mi fece distendere sul letto. Sentivo dolore alle tette, doveva avermele strizzate in eccesso. La mia mano alla passera confermò la presenza del suo seme.
Ero raggomitolata su lui; il suo braccio sotto le mie spalle, il mio braccio destro intorno al suo fianco
Non mi preoccupai del suo sperma in me. Al termine del primo incontro avevo già ragionato su questo.
Quando ho detto l’ultimo figlio intendevo proprio l’ultimo. Due erano più che sufficienti.
I rapporti con mio marito erano così radi e non prevedibili che avevo rinunciato alla pillola ed il preservativo presupponeva una continuità che non c’era. Allora, un po' mi ripeto, nelle poche volte delle rade volte che facevamo l’amore ed avevo il dubbio che il suo sperma avesse potuto creare danno utilizzavo la pillola del giorno dopo. Così avrei fatto con Adolfo nei nostri quindicinali incontri.
E poi voglio essere onesta: vedere e sentire il suo uccello nudo e duro mi piaceva.
Devo anche dire che lui mi chiese se dovesse usare il preservativo, ma gli dissi che era tutto a posto e che non ci fossero problemi.
Restammo così riprendendoci dallo “sforzo” e come la precedente volta portò la mia mano sul suo uccello.
In quella posizione potevamo limonare tranquillamente e fu una limonata calma e tranquilla. Sentivo il calore della sua bocca e la consistenza della sua lingua.
Mi carezzava la schiena scendendo ai glutei. Il suo uccello riprese vigore e lui spostandosi disse: sei sempre brava, sai come fare, è arrivato il momento. Non capivo. Si alzò e dalla tasca dei pantaloni prese una boccettina. Disse: è un unguento che non ti farà sentire male
Mi fece girare prona e mise un cuscino sotto la mia pancia. Con la mano cominciò a passare quell’unguento sul sedere e nel solco anale. Sentivo le sue dita spalmarlo sull’ano ed anche intorno. L’ambiente si riempi di un nuovo profumo, era quello dell’unguento 
Capii quale sarebbe stato il proseguo. Ma non mi opposi. Era come se sentissi il bisogno di dare tutto di me.
Difficile da credere, ma una perversa eccitazione si era impossessata di me. Volevo anche quello.
Mi sentivo pronta, aperta. Il suo “spalmare” mi aveva persino fatto rilassare.
Si appoggiò su me e con sorpresa me lo mise in figa Mi sussurrò in un orecchio: è per prepararti. Infatti alla sua entrata ebbi un fremito di piacere.
Si mosse un po' avanti ed indietro. Sperai avesse cambiato idea e che volesse fare in modo tradizionale.
Ero ancora in grado di connettere. Non mi offendeva volesse il mio culo. il nostro era vero sesso con pochi limiti e farmi il culo non era un limite.
Mi chiese come ti senti ? Risposi bene. Lui di rimando: sentirai un po' di dolore. Resisti, Ti piacerà.
Lo sentii estrarre il pene dalla vagina e poggiarsi sull’ano. Disse: adesso.
Spinse.
Spinse lentamente, ma con forza. Sentii la cappella forzare l’ingresso; spingere contro l’ano che non voleva farla passare ed infine lo sentii penetrare. Non potei resistere al dolore, anche se mentalmente mi ero preparata. Ho cacciato un urlo.
Altro che unguento o preparazione mentale. Era dolore vero, acuto e lancinante. Mi direte che forse è stato per il glande troppo grosso, Non lo so perché , ma non riuscii a trattenere il mio dolore. E non potei esimermi dal dirgli :basta, ho male, toglilo, ma lui non mi lasciava. Diceva nel mio orecchio: resisti, passa.
Voglio incontrare qualcuna che mi dica che non ha sentito dolore quando ha fatto sesso anale la prima volta, con cosa l’ha fatto? Con un mignolino? 
Effettivamente, con il senno del poi, se passa il glande il resto si può sopportare.
Sentii che spinse ed anche il resto dell’uccello doveva essere entrato.
Fu doloroso, ma meno dell’entrata del glande.
In compenso sentii quella sensazione dolorosa, e non, arrivarmi al cervello. 
Parlava nel mio orecchio: il tuo culo è mio; te l’ho aperto per bene. Lo sognavo guardandolo quando in azienda ti aggiravi tra le scrivanie.
Mentre parlava cominciò ad andare dentro e fuori. Che dolore ogni qualvolta affondava. Avevo messo la bocca nel materasso per non gridare ed evitare che eventuali vicini sentissero.
Lo sentivo scorrere avanti ed indietro nel culo. Non so quanto durò, ma mi accorsi che con il passar del tempo il dolore si affievoliva ed i suoi movimenti davano meno fastidio.
Mi chiese: senti ancora male? Dissi, la bocca soffocata nel materasso : meno.
Posso continuare? Accennai un si
Riprese a darmi grandi spinte Lo sentivo aggressivo dentro il culo.
Colpi rimati e potenti. Quei colpi mi stavano trapanando , non mi facevano godere ,ma mi davano strane sensazioni al cervello. Stavo diventando una pervertita? Mi piaceva essere posseduta così, con forza, nel culo?
Adolfo aveva sfondato in tutti i sensi una barriera.
Il mio culo non era più vergine e la verginità non me l’aveva tolta mio marito, ma il mio amante.
Continuava ad incularmi e nella foga straparlava: ho tutto il cazzo nel culo. Senti come le palle ti sbattono contro? Sei una puttana. Te lo devo rompere il culo.
In questo micro clima di perversione mi trovai a rispondere alle sue esternazioni anche se le sue forti spinte mi davano dolore e non piacere e se c’era piacere, che c’era, arrivava per altro motivo.
Mi ricordai quello che dissi: si sfondami il culo, sono una porca, sono una puttana ,rompilo, fammi quello che vuoi . E lui: si, si te lo rompo; questo è il mio culo.
Le nostre parole si accavallavano, per fortuna nessuno sentiva o registrava. Continuammo a straparlare mentre il suo cazzo ormai a suo agio nel mio canale andava avanti e indietro. Ci interrompemmo solo quando disse: sto venendo, Ti riempio il culo. Venne.
Sentii il suo cazzo sussultare all’interno, ma non sentii lo sperma invadermi.
Stette buono fermo per qualche istante. Disinteressandosi di dove avesse tenuto il cazzo sino a poco prima mi venne davanti e sollevandomi con le mani il viso disse : puliscilo troia.
Avidamente lo presi in bocca succhiando il suo sperma e quello che c’era di mio sino a che mollo e pulito lo lasciai. Cosa ero diventata? Perchè lo facevo?
Poi uno sguardo complice tra noi precedette il termine.
Andai prima io in bagno. ( dice che sono più lunga a prepararmi. E’ vero).
Mi feci una bella calda doccia rivivendo mentalmente quel soddisfacente incontro di sesso.
Mentre uscivo dal bagno entrò lui e mi diede uno scherzoso buffetto sul culo. Gli dissi : maiale, ma sorridevo. Mi sono rivestita senza i collant che mi aveva strappato, avevo sempre le mutandine.
Era terminato il nostro secondo incontro; fummo più calmi e tranquilli nel rimetterci in moto rispetto la precedente volta.
Fermò l’auto davanti il punto di benvenuto; scese dall’auto vi entrò e dopo breve era già in auto. Gli chiesi se avesse dimenticato qualcosa. Mi rispose che aveva prenotato lo stesso bungalow per tre volte successive poi si vedrà man mano. Disse: ci siamo stati due volte e ci siamo trovati bene perché cambiare? 
Era in ’attesa di una mia risposta. Gli dissi : si , hai fatto bene. Poi tornammo a parlare del lavoro che ci attendeva in ufficio.
Fu l’unica volta che prima di arrivare in ufficio accostò in un punto defilato. Ci scambiammo un lungo bacio. Era un modo di festeggiare la presa del…?
Avevamo perdonato il nostro tradimento come avremmo perdonati i futuri, ormai era chiaro. Poi riprendemmo a parlare come se nulla fosse avvenuto
Mi sentivo le tette maltrattate e l’ano indolenzito, ma mi sentivo benissimo di testa ed allora tutto andava bene. Se questo fosse stato il prezzo da pagare per stare bene sarebbe stato un giusto prezzo.
Scoprii che davvero il mio culo lo aveva fatto sempre impazzire e non ci fu una volta nei nostri incontri che non vi dedicasse la giusta attenzione.
Come al solito è solo l’abitudine che aiuta ed io nel tempo apprezzai ad essere inculata. Anzi l’aiutavo tenendo scostati i miei glutei con le mie mani per favorire il suo inserimento. Dopo due tre volte che mi inculava non ci fu più bisogno dell’unguento lubrificante
Ormai il suo cazzo entrava senza fatica e posso dire di avere l’ano aperto. Peccato che a mio marito non servisse.
Negli incontri successivi mi chiese e fece delle cose nuove. Mi chiese un intimo diverso da quello che usavo abitualmente; mi chiese di mettere autoreggenti o reggicalze perché gli davano una carica erotica superiore. Mi chiesi come fosse possibile si caricasse ancor più, ma nella logica sessuale dei nostri incontri la sua richiesta ci stava. 
Da quando indossai le autoreggenti o il reggicalze non ebbe bisogno di strapparmi le collant . Avere un approccio diretto alla mia passera gli piaceva e già da quando eravamo in auto trastullava con le dita o mi faceva trastullare la vagina e ciò mi piaceva. 
Prima rifiutavo mentalmente il reggicalze, mi sentivo troppo troia, ma quando per un nostro incontro lo indossai e vidi i suoi occhi carichi di libidine mente “sfilavo” avanti lui indossando solo scarpe con tacchi alti, reggicalze e mini slip e su solo una camicia che mi faceva da minigonna capii quanto gli uomini possano sballare se siamo “brave” a catturare la loro mente con queste piccole cose.
Visto l’effetto del reggicalze l’ho messo spesso nei successivi incontri
Comunque quando mi penetra dimentico tutto di chi sono nella vita normale e di quello che indosso in quel momento Quello che mi interessa è il piacere, godere, e lui ed io siamo solo strumenti adatti allo scopo.
Sono una quindicina di volte che ci incontriamo. Salvo vacanze o ferie, ogni quindici giorni ci vediamo ed andiamo a “consumare” il nostro” amore”. 
Sono una splendida mamma e moglie anche grazie a lui. Spero che lui sia un bravissimo padre e marito grazie a me. 
Corna? Non sono corna; non tolgono nulla ai nostri amori anzi danno di più. Sentendomi bene riesco a dare molto di più alla mia famiglia e soprattutto a mio marito che amerò sempre.
Quanto durerà con Adolfo? Chi può dirlo? Sicuramente mi auguro che arrivi quel momento e vorrà dire che non ci sarà più bisogno di “uscire” di casa per stare bene. 
Se Adolfo dovesse sparire prima di quel momento ci sarebbe un altro Adolfo? Non lo so. Sarebbe dura negarmi il sesso conciliatorio.
Una volta, tornando in ufficio dopa la conclusione di un incontro, avevamo appena lasciato il nostro rifugio quando all’improvviso sterzò parcheggiando di “muso” l’auto in una piazzola semi nascosta di fianco alla strada di campagna che percorrevamo abitualmente. Mi disse scendi. Cosa era successo?
Mi portò davanti al cofano dicendo ho voglia di te. Poi scoprii che desiderava ancora il mio didietro.
Mi fece piegare ed appoggiare sul cofano ancora caldo ed in un amen sollevò la gonna sulla schiena e mi spostò le mutandine. Fortuna che indossavo il reggicalze. Lo sentii entrarmi nel culo come usasse un bastone rovente. Due minuti di avanti ed indietro ed il suo sperma era depositato nel mio canale anale. Poi fu gentile, mi asciugò con dei fazzoletti di carta.
Rientrati in auto si scusò del suo raptus. La chiamò improvvisa follia.
Gli dissi che era stato un pazzo, che avrebbero potuto vederci, ma dentro me non ero incazzata. (era una cosa su cui riflettere). Non accadde più.
Per il culo propose una variante che mi piacque molto. Non pensavo si potesse prenderlo nell’ano anche guardandosi in viso. Si poteva, eccome.
Mi piace guardare le smorfie del suo viso mentre me lo agita dentro e a lui vedere le mie.
E’ un porco e mi fa comportare da porca. Gode a rompermi il culo, lui dice così. Mi trivella il canale anale come una pompa petrolifera e mi dice: lo senti quanto si allarga. E ogni volta che abbiamo finito, è diventata un’abitudine, con uno specchietto mi permette di vedere quanto sia dilatato e confrontiamo le nostre opinioni se di più o di meno della precedente volta.
Io posso vedere che in quei momenti è una grossa voragine e spero che si richiuda velocemente senza danni.
Sta provando a convincermi a farlo in tre. Dice che non sarebbe rischioso; conosce una persona fidata e capace. Non voglio. Spero di essere capace a continuare a dirgli di no, ma è dura. Sa come convincermi.
Un saluto a tutte quelle che sono nella mia stessa situazione.
Elena81

lunedì 13 gennaio 2020

Ho visto giusto?Puro caso?


[foto presa in rete]

Ciao a tutti.
Sono un ragazzo di 21 anni,di Roma .Vivo con mia madre e mi sono sempre sentito fortemente attratto da lei fin da quando ero bambino.

Per me questo non è mai stato un problema, l’ho sempre considerato un sogno bellissimo,ma assolutamente irrealizzabile.Ē sempre stata una donna molto riservata e non si parla mai di sesso.

Non che sia un tabù, ma semplicemente non è un argomento di discussione. 

Come ho detto in precedenza,questo per me,non  è mai stato un problema, sono sempre riuscito a tener separati fantasie edipiche  e realtà,fino a poco tempo fa.

É successo che siamo stati,come tutti gli anni,invitati a a casa di mio zio,al mare e ci ha alloggiato in una camera ,con due letti singoli. L’idea di dormire con mia madre,anche se era gia successo,mi eccitava,ma senza farmi troppe fantasie.

Durante  la notte ho iniziato a masturbarmi, facendo molta attenzione a non svegliarla,ma con lo sguardo rivolto a lei,che essendo estate avanzata ,dormiva quasi scoperta,come il sottoscritto,del resto.

Per essere chiaro,lei dormiva con il lenzuolo che copriva i piedi,che ha sempre freddi,cosi  almeno dice,boxer da donna e una tshirt azzurra e bianca,senza reggiseno..Nulla di provocatorio,ma essendo di fianco,con lo sguardo rivolto alla finestra,si vedeva benissimo il sedere,mentre io essendo sicuro,o cosi credevo,che lei dormisse,mi ero tirato fuori il pisello eccitato  e mi segavo sognando,ovviamente di entrare in quel bel sedere.

Ad un certo punto,incredibilmente mia madre si abbassa le mutandine,sotto i glutei e per un bel po' io mi vedo il suo sedere completamente scoperto.

Mi sono masturbato furiosamente e sono stato piú volte tentato di toccarlo  ma poi ...la paura. Avevo il suo sedere a una trentina,forse meno di cm dal mio membro e completamente scoperto,anche con l' orifizio in bella evidenza.

Questa cosa é durata molti minuti e sicuramente ho fatto un po' di rumore,mentre mi masturbavo,ma mia madre ha il sonno pesante.

Poi,di scatto si é alzó e  si mise a sedere sul letto,trovandomi con l' uccello in mano,ed io raggelai ,ma non disse nulla,nonostante che i suoi occhi fossero puntati li, sul cazzo del figlio e anzi fece un movimento assolutamente strano,che mi lasció ulteriormente sbigottito:

Fece scorrere in avanti il bacino, allargando le gambe, in maniera a dir poco innaturale,diciamo oscena,che é meglio ,tanto che,nonostante la penombra della stanza riuscivo a vedergli tutta la vagina ,poi si sdraió e rimase con una gamba in su e senza far nulla,mi guardó,o almeno sembrava a masturbarmi.

Non faceva nulla.Era praticamente nuda,con la tshirt tirata su  e i boxer,o come si chiamano,alla caviglia di una sola gamba e mi fissava.
Sembrava un sogno erotico,ma non lo era.

Io,insensatamente ,non so per quale motivo,ho continuato a segarmi,senza venire e a un certo punto,senza dire niente, si alzó e andó in bagno,lasciando come il suo solito la porta aperta,così non riuscii a spiarla,dalla serratura,o sentirla.

Sinceramente non l'ho sentita masturbarsi.

In bagno c'é  stata una ventina  di minuti.

Al ritorno senza dire nulla riprese  a dormire in un secondo.

 Devo dire che quell’episodio, che oltretutto è rimasto assolutamente isolato, ha suscitato in me forti emozioni e ha aumentato a dismisura la mia attrazione per lei. Avrei voluto dirle qualcosa, parlarne  ma non ne ho avuto il coraggio. Mi vergogno troppo, e poi non ho la certezza che l’abbia fatto apposta.

Ho ipotizzato due possibili scenari:

Il piú intrigante e che mi fa andare fuori di testa é che mia madre si sia accorta di quello che facevo e complice anche la notte,si sia eccitata,volendosi mostrare a un uomo,che per un momento non lo riteneva suo figlio.Insomma mi vedeva come un maschio qualsiasi.Poi,ritornando in se,o almeno in parte,si sia ritirata in bagno,per masturbarsi,il che giustificherebbe la permanenza.

Si masturba pochissimo,ma lo fa.

Il secondo scenario,é che lei dormiva a occhi aperti.Di me,non si sia assolutamente accorta.Quello che io ho interpretato come erotismo erano  pose naturali, solo coincidenti,ma non legate a quello che io facevo.I boxer erano per puro caso, scesi.Si era seduta a cosce aperte,per puro caso,guardandomi per puro caso,che mi masturbavo,ma in realtà sognava e in bagno, sia andata,per motivi fisiologici,magari addormentandosi  sulla tazza. É l' ipotesi piú deludente,ma questa volta,forse anche la meno probabile.Insomma,una bella serie di" puro caso"se fosse vero.

Il problema é che non riesco più a gestire la situazione.Quello che per me è sempre stato un sogno bellissimo ma irrealizzabile,all’improvviso è diventato una possibilità.É stata la prima volta che l' ho vista essere donna e non solo mamma e mi ha fatto perdere la testa.

Non  ce la faccio più a tenermi tutto dentro e non so più che fare,perché se,come spero,ma pure credo é la prima ipotesi,quella vera,beh la prossima volta che capita l' occasione, io ci entro in quel sedere,o per lo meno lo accarezzo.

E se poi,lei si rivolta e non ci sta? Come farei recuperare,se mai fosse possibile?

E se invece ci stasse e iniziasse un incesto,come potrei gestire,una madre amante?

Ma anche lasciare cadere la cosa,non é facile,se non impossibile.

Vorrei tanto poter avere qualche consiglio,un parere da donne,magari( e sarebbe un miracolo) ,che abbiano avuto esperienze simili e non da uomini.

Ultima cosa:

Non é una storia,un racconto erotico,ma un fatto vero e non ho sognato.


Genturione1998

lunedì 6 gennaio 2020

Tradimento scoperto.

Sono nuovo, di questo blog.
Non sapendo dove sbattere la testa, che ormai non sembra pensare ad altro oltre la mia recente scoperta, ho inserito nel motore di ricerca le parole "ho le prove che mia moglie mi tradisce" e quello che è venuto fuori mi fa riflettere che c'è anche di peggio.
Io è mia moglie stiamo insieme da 26 anni ed abbiamo due figli, uno di 11 e due giorni fà scopro tramite internet violando il suo contatto Facebook,che sono otto anni che mi tradisce sempre con la stessa persona. Quindi oltre il fatto che il mio secondo genito è messo anche in dubbio che sia mio, non riesco a darmi pace di come posso essere stato cosi stupido nel non vedere tutti segnali chiari ...o per meglio dire nel credere alle sue giustificazioni e io che l'ho pure difesa con i miei genitori quando mi dicevano che c'era qualcosa che non andava. Mi sento un idiota.. adesso che so,..... le cose si sono messe veramente chiare ed in fila. Se non muoio prima dal sonno visto che non riesco neanche a dormire pensando e ripensado alla situazione; vorrei conosce o carpire dei consigli o un po di man forte dallo stesso mondo o pianeta femminile non credo riuscirò mai più ad accettare del tutto come prima.

domenica 5 gennaio 2020

Tradire

 Ci sono donne che hanno una specie di doppia vita interiore. Donne che possono vivere con un fardello sul cuore e continuare a sorridere. Si convincono che proprio quel fardello, comunque sia, è servito ad andare avanti, a capire qualcosa di importante.

Dicono di me che sono una brava ragazza. Moglie devota, madre amorevole. Angelo del focolare. Ci si può fidare di Marta, lo pensano tutti.

Eppure ho tradito mio marito. Non è capitato, l’ho cercato.

Non so se mi sento davvero in colpa: è una sensazione strana, ma ora che è passato del tempo, mi faccio un po’ schifo. Per come è successo.

All’improvviso ho iniziato a percepire il vuoto. A sentire che mi mancava qualcosa. A non sentirmi più attratta da mio marito. Forse la sensazione del tempo che inarrestabile avanza, l’idea di afferrare l’ultimo treno che passa. Banale ma vero. O forse perché ero stata messa in cassa integrazione, avevo troppo tempo libero e mi sentivo persa. Allora una mattina ho iniziato a chattare con lui. Mi attirava perché sapevo che era sposato, come me, ma frequentava un sacco di gruppi per single. Postava foto di donne mezze nude in pose provocanti, uno schifo. Esattamente il tipo di uomo maschilista e sessista che non avevo mai sopportato. In chat, all’inizio, era stato educato. Non aveva capito cosa volessi. Sembravo, dal mio profilo Facebook, una persona così perbene, aveva detto. Poi un giorno si era sbilanciato. Mi aveva scritto che dovevo essere un gran bel pezzo di figliola e che avrebbe voluto vedere di più di me. Io, senza battere ciglio, gli avevo mandato una mia foto in topless. Era rimasto fulminato. Da lì avevamo iniziato uno scambio di messaggi sempre più espliciti.

Non pensavo che a lui. Un’ossessione che mi portava a vivere con lo smartphone in mano sperando di ricevere un suo messaggio. Non ne ero innamorata, nemmeno lo conoscevo. Lo volevo. Desideravo un perfetto sconosciuto. Lo desideravo perché sapevo che mi avrebbe trattata male. Che voleva solo un’avventura. Che mi avrebbe usata e gettata subito dopo. Quello che ci scrivevamo era di una volgarità esasperata, come se volessimo umiliarci. Senza filtri. Senza pudore. Appena leggevo le schifezze che mi scriveva arrossivo disgustata e allo stesso tempo vibravo. Ero gelosa di qualsiasi altra donna lo avesse contattato allo stesso modo, perché era chiaro che non potevo essere l’unica. Era un traditore seriale, ma non me ne importava niente. Volevo toccare il fondo. Farmi trattare come un oggetto. Lui mi ordinava come mettermi in posa e che tipo di foto o video inviargli. Ormai vivevo in una bolla dove, insieme a lui, potevo realizzare qualsiasi fantasia erotica.

 

Il giorno in cui mi ha scritto che eravamo andati troppo oltre, che era tempo di darci un taglio, ho pianto come se mi avesse lasciato mio marito. Non avevo più la misura della realtà. Ho rilanciato. «Vediamoci. Un paio di ore, ci guardiamo negli occhi e ridimensioniamo tutta questa storia. Ci facciamo quattro risate e tanti saluti».

All’inizio aveva esitato. Un conto è tradire virtualmente, un altro dare appuntamento a una persona reale. Anche questo mi dava fastidio in lui, il fatto che fosse un vigliacco. Eppure restavo lì, incollata ad attendere un suo sì. Per qualche mese aveva valutato se fosse il caso di oltrepassare quel confine. In fondo non era male quella trasgressione sicura. Metteva al riparo dall’ansia e persino da sensi di colpi più ingombranti. Niente coito, niente tradimento. Anche a me stava abbastanza bene, però c’era quella vocina che voleva di più. Volevo sporcarmi le mani. Rischiare davvero. Camminare sull’orlo del baratro. Con la scusa di sentirmi viva.

Poi a un tratto Paolo mi aveva scritto che potevamo vederci. Vivevamo lontani, a quasi quattrocento chilometri di distanza. Per motivi di lavoro avrebbe dovuto fare un viaggio: potevamo incontrarci a metà strada. Non ero mai stata tanto attratta da un uomo in tutta la mia vita.

Avevo guidato a cuor leggero. Eccitata, non mangiavo da giorni per l’agitazione. Ma non pensavo che sarei andata fino in fondo. Eppure avevo indossato stivali, minigonna jeans e una scollatura indecente: era chiaro cosa volessi fare. Mi sono lasciata trascinare nella toilette di un autogrill. Gli ho permesso di fare tutto quello che voleva. Non so nemmeno se mi è piaciuto. Ma ripensarci mi faceva impazzire. L’atto in sé era stato consumato in fretta, ma il ricordo di quegli istanti mi era rimasto appiccicato addosso.

Non pensavo sarebbe stato così facile tradire mio marito e me stessa. Sì perché quello che avevo fatto era esattamente tutto quello che avevo sempre criticato e condannato quando mi era capitato di sentirlo in giro. Non ero più innamorata di mio marito, non stavo più bene con lui? Come capita a molte coppie dopo tanti anni, vivevamo una situazione di stallo, ma gli volevo bene. Lo consideravo un uomo speciale e un padre splendido. Allora perché? Per rispondere a tutte quelle domande, avrei avuto bisogno di un aiuto. Avevo fissato un appuntamento con una psicologa, ma non ero riuscita a raccontarle tutto.

Qualche settimana dopo quell’incontro, Paolo mi ha pregata di uscire dalla sua vita. Cronaca di una morte annunciata. «Non sono innamorato di mia moglie, ma le voglio bene e la rispetto troppo per farle questo». Aveva già adescato un’altra? L’ho implorato, gli ho gridato al telefono che ero innamorata di lui e in quel momento ci credevo. Paolo si è talmente spaventato da chiudere ogni contatto con me.

Come ha fatto mio marito a non accorgersi di quanto fossi fuori di testa in quei mesi, ancora non lo so. Persino Caterina, mia figlia di dieci anni, spesso mi ha chiesto: «Mamma, cos’hai? Sei malata?».

Un po’ malata lo ero. E una cosa avevo capito: non mi conoscevo fino in fondo. Accettare quella parte di me è stato il passo più difficile.

Non ho avuto bisogno di cercare altre avventure. Giorno dopo giorno, ho iniziato a dimenticare. Ho ricominciato a fare tutte quelle cose che facevo prima e che mi rendevano serena. Ho tolto Facebook dal cellulare. Sono tornata a essere amorevole con Luca, mio marito. Toccando il fondo, avevo compreso quello che non avrei voluto perdere. Sto ancora cercando di perdonarmi. Allora volete sapere perché mi faccio schifo? Perché, nonostante tutto, lo rifarei.

 

venerdì 3 gennaio 2020

Capo d'anno 2019 di merda,ma non troppo .

Ore 15,00 usciamo tutti e quattro per portare i ragazzi a giocare e per acquistare il necessario per il cenone.
Ore 17.00 dopo il pattinaggio,cioccolata calda,ci avviamo verso il supermercato.
Ore  17,45 usciamo con un carrellino pieno e un allegerimento,"porca troia"di 147 euro.
Ore  18,20 rientriamo in casa,o meglio nella nostra casa in montagna,che costa come uno yacht .
Situazione: Siamo nelle dolomiti bellunesi,nella nostra casa,acquistata in momenti eonomicamente piú felici.
Il posto é stupendo,sotto l' Antelao,la seconda monagna delle Dolomiti.
Mia moglie é vestita benissimo,ovviamente in pantaloni,ma decisamente aderenti,che mettono in risalto il sedere e sembra piú che mai propensa a fare un fine anno,di buon livello.
Tradotto: Si scopa,come tradizione.
Non ho mai passato un capo d' anno senza figa.
Per me,quando arriva il nuovo anno,io devo venire tra le cosce,o il culo di una donna.
Meglio se bella.
Serata decisamente piacevole,si preannuncia .Ragazzi felici e pure bravi.
Io  allegro e abbiamo anche da bere in abbondanza e di alto livello.
Programma: Si cena,dopo un aperitivo verso le 20,30. I ragazzi,ancora piccoli andranno dormire verso le 22,30. 
Subito dopo,qualche tartina,musica soft,dolci,vino,musica adeguata,tv accesa,ma solo per vedere l'arrivo della mezzanotte e naturalmente sesso.
Eddai,penso.Sono gia arrapato di brutto e magari questa sera mi da pure il culo,dopo una bella leccata di figa,questa troia.Ah ah.
Non dico troia in senso cattivo.Dai!
Situazione  quasi perfetta .
Quasi,perché uscendo dalla doccia,sento mia moglie mugugnare ed io ho i brividi.
I mugugni sono dovuti a piú fattori,dice Lei,ma in realtà,significa una sola cosa: Sta entrando nella modalità : "scassapalle atomica".
Ogni tanto,sempre piú spesso,la mia adorata consorte ,spacca il cazzo al marito,ai ragazzini e a tutti i malcapitati che gli girano attorno.
Questa modalità dura alcune ore e capite benissimo che questo vuol  dire: Capo d ' anno di merdaaaa.
Anche da fidanzati gli succedeva,ma erano momenti rari,piu o meno coincidenti con il periodo del mestruo e poi per farsi scusare,a letto diventava una troia,da urlo e si faceva fare anche il culo.Adesso peró non  passa settimana,che non abbia questi momenti,che durano anche giorni.
I ragazzini mi guardano spauriti e cercano di consolarmi e nello stesso tempo,cercano rassicurazioni,ma lei,come una serial killer,continua a scassare il cazzo a tutti.
Litiga,pure  al telefono con la madre.
Dice al ragazzino che deve fare i compiti...alle 19,45 del 31 Dicembre.Non so se...Vi rendere conto.?
'Me ne vado a dormire.Ho un mal di testa da dividermi in piu parti " dice.
"Ti divido io stronza"penso.
Ma se va dormire di sicuro non mi rompe il cazzo e non ci sono litigate.
Lo pensano pure i ragazzi,che salutano la madre,tirando un bel sospiro di sollievo
Niente figa,peró porco Giuda.
I ragazzi,conoscendo la  madre,non fanno neanche domande e ceniamo tutti e tre,in modo spensierato,guardando la Carica dei 101 .
Arriva un messaggio da parte della sorella di mia moglie,che mi chiede come mai la sorellona non risponde.
Bella figa la cognatina.
" solita crisi? " mi chiede?
Gli rispondo di sí e Lei si inalbera
 non poco,contro la sorella,di cui ha saputo della litigata  con la madre,ma anche contro il  suo compagno,che a sua volta gli sta rovinando il capo d'anno .
Bel modo,per dire che non avrà cazzo.
Come tutte le cognate,e anch'essa oggetto di qualche mia fantasia,ma Lei é davvero un tipino piú che interessante.
Forse mia moglie é anche piú bella,rispetto alla sorellina,che peró  si veste sempre molto sexy,con gambe sempre scoperte e un culo e seno in risalto,oltre a una simpatia innata,mentre mia moglie,che avrebbe una fisicitá davvero notevole,si veste come se dovesse guidare un consiglio d ' amministrazione.
Io la chiamo Grace Kelly,perché figa é figa,ma ha anche atteggiamenti da donna di ghiaccio.
Tra me  e la cognatina un certo feeling c'é,forse perche rispetto ai nostri partner,siamo dei cazzoni,ma a parte qualche avances,per tastare il terreno non ho mai provato far nulla.
Dice che il marito,un cazzone insopportabile,di quei tipi che leggono  libri noiosissimi,non tanto per il piacere,ma per far vedere che sono istruiti,ha lavorato fino alle 15.00 e lei,povera stella,sperava di uscire,mentre lo stronzo,appena arrivato a casa si é  messo a dormire e ..."guarda come mi sono vestita" mi scrive mandandomi tre foto,che mi fanno ritornare il pisello di marmo.
"Porca troia, che figa!" penso.
Gli scrivo,senza pensare troppo alle conseguenze che se avessi qui,una come Lei non gli lascerei scampo e andrei dopo avermela scopata, a sangue in giro ,a bearmi degli sguardi  d' invidia degli altri uomini.
Stivali alla coscia,minigonna inguinale,collant che a me parevano autoreggenti,ma Lei mi dice che sono collant,con disegno come le autoreggenti e un top con delle tettone,pronte a esplodere.
In piú truccata benissimo,senza volgarità.
"Madonna Santa,inizieró l' anno con una sega pensando a te "gli scrivo.
Una frazione di secondo dopo,avergli inviato il messaggio,mi rendo conto d' aver sparato una cazzata,con conseguenze pesanti.
Lei,infatti non scrive piú nulla ed io chiedo scusa,ma niente.
Nessuna risposta.
Porto a letto i bimbi,ma sono preoccupato e molto.
A mezzanotte e due minuti,mi arriva un suo messaggio.
"Ciao cognatino.Bruno dorme,senza neanche darmi una ripassatina .
Buon 2020! Cosi ti piaccio?" mi scrive
Sei foto,in sequenza,una piu porca dell altra.Vestita con gambe in evidenza.Senza gonna.Senza top.Via le mutandine.Sempre allo specchio con figa in primo piano e alla fine,foto del culo,in ginocchio sul divano,sempre riflesso nello specchio.
Ovviamente mi tocco il cazzo e in preda a furia erotica,gli mando un video mentre mi sego pensando a lei.
" Ecco l'effetto che mi fai.!Ho sbagliato sorella.sei bellissima!Come fa non saltarti addosso,Bruno?"le scrivo.
"azz" mi scrive rimandandomi delle altre foto,mentre si infila le dita nella patata.
" Tu hai sicuramente sbagliato la scelta,ma quella stronza di mia sorella,come al solito ci ha visto lungo.Sono io che non so scegliere gli uomini,mentre quella vacca di mia sorella,che passa per una santa " mi dice.
Ahi!Mi sa che mi son perso qualcosa in questi anni.Penso.
Ma non ho voglia d' indagare questa sera,magari per scoprire che ho le corna,o sapere cosa so gia,ovvero che mia moglie sa vendersi bene,ma sotto sotto é una gran troia.
Ho conosciuto mia moglie ,che aveva quasi 27anni.
Io 33.
Ci ho messo praticamente nulla per scoparmela.
Se avessi insistito,me l ' avrebbe data gia al primo appuntamento, e comunque non si é risparmiata in fatto di seghe e pompini.
Al secondo appuntamento,gli sono venuto nel sedere,che era piú aperto del tunnel de S.Gottardo.
Quindi,nonostante gli atteggiamenti da donna di classe,che lo é  in fondo,cazzi a iosa ha  preso.
No.A me interessa la cognatina e niente altro.
Metto auricolare  e attivo la cam.
" Dai Stefy,fatti vedere,non mandarmi solo foto,o video." le dico.
Mi risponde di aspettare che controlla,se Bruno dorme e dopo pochi minuti,forse meno di due,eccola nello schermo,esattamente come nella foto precedente.
Mi dice di segarmi e fargli vedere che sborro.
"Dai,mi piace vedere gli uomini venire.Inquadra meglio il cazzo" mi dice.
Io lo faccio e naturalmente Lei fa altrettanto,infilandosi un vibratore,piuttosto grande e dicendomi:
" Vorrei fosse il tuo.Mia sorella,oltre che troia é proprio cretina"
Perché gli da della troia?Ma chi se ne frega ora?
Vengo di brutto,schizzando in piú parti,smartphone compreso e sento un prolungato hmmm siiii.
"Vieni scoparmi il 7 al mattino.Ti aspetto a casa.Bruno non c é fino a sera.
Ho voglia di cazzo,Di sesso."
É cosi eccitata,forse quanto me,che sento lo sciabordare della sua fica,al contatto del vibra.
" Ti piace il mio culo,vero ? Mia sorella te lo da,o no? dice
 "Per darmelo,me lo da,ma poco,come la figa sempre meno,ma il tuo culo é piú bello,da vera troia e non vedo l ' ora di riempirtelo,vacca che non sei altro"rispondo
La vedo e la sento eccitata da cosa dico e vede,poi si ferma e stacca il video.
Arriva il messaggio,che dice:" Grazie sei un porco.Io una troia,anche se meno di tu moglie ( aridagli.)Ricordati il 7 mattino a casa mia"
In conclusione é stato un capo d' anno di merda.
Se non scopi a fine anno,non é festa e poi essendo superstizioso...spero non sia un viatico per un anno orribile.
Capo d' anno di merda,ma con un finale tutt' altro che brutto.
Sarà sempre solo una sega,ma farla con la propria cognata e sapere che fra pochi giorni,me la faró veramente,allevia l' incazzatura.
Ho finito di scrivere questo episodio,il 3Gennaio 2020, quindi non so se poi ci andró veramente da Stefy.
Non so se cambierá idea,anche se mi arrivano molti messaggi,da parte sua che mi confermano le sue intenzioni.
Ma le donne sono volubili e fin quando non saró tra le sue coscie,io non ci credo.
Per la cronaca mia moglie ,la sera del 1Gennaio ha voluto recuperare.
Ha fatto di tutto per mandare a letto presto i ragazzi e si e agghindata come una vacca,ma di classe.
Guepiere e calze bianche velate.Reggiseno bianco di seta e tacco 10 persino a letto.
Avrebbe fatto tirare l' uccello a un morto.
mi ha dato figa ,mi ha succhiato l' uccello fino a sfinirmi e si e lasciata sborrare nel sedere,dopo che era gia venuta.
É stata brava,ma la sorellina,se ci sta me la faccio lo stesso.
Non so se chiederó a Stefy,lumi su mia moglie.
Ammetto che la curiosità é molta,ma sono certissimo che mia moglie,come tutte le donne,uomini sposati da tempo,non ha preso solo il mio.
Beh,se siete tra quegli uomini,sposati da tanti anni e che credono che la loro moglie sia totalmente fedele...beh se siete questo tipo di fesso,di creduloni.....beh se lo siete,vivete davvero nel mondo dei sogni.
Ecco, io non lo sono.
Non esiste una donna,o uomo che in vent' anni non abbia mai,almeno una volta tradito il coniuge,ma liberi di credere a babbo natale.
Ecco,ci penseró se chiedere,o no a cosa si riferiva.
Per intanto.
Buon2020
Giampy76
























mercoledì 1 gennaio 2020

Ti cerco ....molto.

Ti cerco troia.Molto troia.
Immagino,che pensi che io sia il solito decerebrato,segaiolo,frustrato in cerca di una donna.
No,sbagli.
Prima di tutto,sono laureato,un bel lavoro,aspetto piacevole e con le donne,problemi non ne ho mai avuti.
Sono un cinquantino,o giù di lì,che risiede tra la Lombardia e il Piemonte.
Non ho una moglie, che me la dà a stecchetto,e voglio tradirla ,mantenendo la comoditá,ma sono solamente,un uomo con figli,senza compagna,almeno fissa,che cercherebbe una donna di classe,all'apparenza persino casta,ma con un lato scuro da estrinsecare.
Una donna,che non vuol essere giudicata e che desidera un uomo come Lei.
Un uomo,con cui fare molte cose e raccontare quello che non confesserebbe neanche alla sua migliore amica e a se stessa.
Si,una Troia ,ma non nell' animo.
Se sei così e capisci cosa cerco...
fradolcino143@gmail.com


Storia poco credibile.


Chi l ha scritta sostiene che non sia di fantasia.Io,invece penso che lo sia.Elena.


Non sono mai stato un uomo particolarmente geloso. Almeno non da quando sto con mia moglie. Non nascondo di aver avuto momenti di sana gelosia in precedenti rapporti, con le classiche fidanzatine della gioventù. Ma con mia moglie D. non ho mai avuto di questi problemi, un po’ grazie al sentimento maturo e intenso che ci ha sempre coinvolti, portandoci a fidarci sempre l’uno dell’altra, e un po’ per la ormai acquisita consapevolezza che preoccuparsi delle possibili azioni degli altri è sempre tanto deleterio quanto inutile. Anzi, la perfetta intesa con lei ci ha portati ad imparare a gustare i piaceri sessuali e i giochi ad essi legati senza troppe remore, condividendo in piena libertà il piacere di lasciarci andare in più di una occasione a ciò che l’impulso erotico del momenti ci chiedeva. In pratica, senza mai esagerare, abbiamo maturato più che qualche esperienza insieme.
Eppure, una volta, mi sono ritrovato a subire gli scherzi della gelosia.
E’ successo ad Aprile del 2011. In quel periodo avevo preso l’abitudine di trovarmi una volta alla settimana, solitamente di martedì, mercoledì e a volte venerdì, con alcuni amici, con i quali condividevo la passione della musica. Ci trovavamo sull’ora di cena per mangiare un panino e poi strimpellare insieme qualche nota alla rinfusa, tra una chiacchiera e l’altra, tra una birra e l’altra, tirando fino alle 3 di notte. A dire il vero ho usato per alcune volte quel pretesto come copertura per uscire con una mia collega, ma non credo che mia moglie l’abbia mai scoperto.
E proprio dopo una di quelle allegre nottate con gli amici (quella volta veramente con loro), la mattina successiva, mi avvicinai a mia moglie che mi dava le spalle, per darle un bacio sul collo. Lei non si era accorta di me, e quando la toccai ebbe uno scossone. Stava digitando qualcosa sul cellulare, ma al mio tocco coprì con la mano il display, con aria allarmata. La cosa mi insospettì, non era un atteggiamento consueto. La tenni d’occhio per un po’, e aspettai il momento giusto per dare una sbirciata al suo telefonino. Appena lei si assentò per andare in bagno afferrai il suo cellulare e cercai gli ultimi messaggi. Trovai un SMS da parte di un numero che lei aveva registrato come Geometra Ema. Lo aprii e lessi l’SMS:

-Ti sei divertita ieri sera?-

C’era anche la sua risposta:

-Parecchio! Anche il tuo amico è molto… simpatico…-

Posai il cellulare dove lo avevo preso. Pensai che mia moglie probabilmente la sera prima si era vista con un suo collega, niente di allarmante.
Poco dopo sentii lo squillo dell’avviso di sms ricevuto del suo telefonino. Spiai da lontano mia moglie che leggeva il contenuto del messaggino ricevuto, notando che le si disegnò un ampio sorriso sul volto. Di nuovo insospettito, attesi il moment giusto per controllarle il cellulare. Mi sentii un po’ un verme quando finalmente ne ebbi l’occasione, ma poi il mio umore cambiò: era lo stesso contatto, quel “Geometra Ema.” di prima, ma stavolta l’sms che lui le aveva mandato in risposta era decisamente più schietto:

-Si, certo… “simpatico”… Anche lui ha detto che sei molto “simpatica”… oltre che troia-

Mia moglie aveva replicato con un semplice:

-Rido-

Il sangue mi ribollì subito, ma non ebbi il coraggio di reagire subito. L’unica cosa che feci fu quella di fotografare il telefonino con gli SMS.
Passai anzi i giorni seguenti a pensare al modo migliore di reagire.
Decisi di provare a controllarla, eventualmente di cercare di seguirla, per capire chi era questo Geometra Ema e per capire qual’era il loro rapporto.
Così la settimana successiva, il giorno in cui avrei dovuto vedermi con gli amici le controllai il telefonino, e trovai inesorabilmente un nuovo scambio di SMS:

–Stasera solito posto alle 21,30?-

-C’è anche il tuo amico dell’altra volta?-

-ah ah ah. No, stasera ti fotto da solo. Ma non preoccuparti, ho in mente un bel giochino per farti divertire.-

-Ok, solito parcheggio e solita ora.-



Un racconto del tutto inverosimile...


Se fino a quel momento avevo avuto anche un piccolo dubbio, a quel punto ebbi la certezza che mia moglie si faceva scopare, probabilmente da un collega. E evidentemente non solo da lui. Fotografai ancora gli SMS e poi rimisi il cellulare di mia moglie dove lo avevo trovato.
Decisi che l’avrei seguita. Così mi organizzai, mi feci prestare la macchina di uno dei miei amici con una scusa, e spiegando loro che non potevo esserci quella sera, Mi presi anche un passamontagna, non ostante il caldo di aprile, pronto a calzarmelo bene nell’eventualità di dovermi nascondere ai suoi occhi. La seguii fino al parcheggio vicino all’autostrada. Mi fermai a distanza, la vidi scendere dall’auto per salire su un Suv Hyundai grigio scuro . Li segui. Con mia sorpresa andarono ad un pub, sull’angolo di una rotatoria a Campi Bisenzio. Mi misi con l’auto dalla parte opposta della rotatoria, un po’ lontano ma con l vista libera sulla porta del locale. Rimasero lì circa 45 minuti. Quando uscirono non notai atteggiamenti particolari, se non grandi sorrisi. Non erano abbracciati, né si tenevano per mano, camminavano uno accanto all’altra. Riconobbi il tipo, un uomo sui 38 anni che avevo già visto altre volte, ma che conoscevo solo di vista, piuttosto alto, capelli abbastanza corti scuri,.. Salirono di nuovo in auto, io li seguivo a distanza di sicurezza. Ad un semaforo tuttavia mi ritrovai a dovermi avvicinare molto. Mi abbassai sperando di non essere visibile nel suo specchietto. Aveva la luce dell’abitacolo accesa, e notai inequivocabilmente mia moglie abbassarsi verso sinistra. Ovviamente intuii cosa stava facendo. Li seguii per una decina di minuti, fino a quando non vidi l’auto fermarsi davanti a una palazzina. Li oltrepassai e mi fermai più avanti, mi voltai giusto in tempo per vederli entrare dentro al portone a vetri. Aspettai dieci minuti poi andai a controllare: era lo studio del geometra. Io però a quel punto non ero in grado di fare niente, non avevo modo di coglierli in flagrante. Deluso e anche piuttosto incazzato tornai dai miei amici per restituire l’auto, bere un paio di birre e poi tornai a casa, piuttosto tardi. La trovai già a letto che dormiva. In bagno c’era il pavimento bagnato, segno che aveva fatto la doccia da poco: almeno quello…

Nei giorni che seguirono mi arrovellai per ideare il modo giusto di agire, facendo finta di nulla. Ma non mi venne in mente granchè, se non di tentare un altro pedinamento e vedere cosa potevo fare.
La settimana successiva il mio consueto appuntamento con gli amici saltò, pertanto non ebbi occasione di continuare la mia indagine, visto che così non davo occasione a lei per fissare il suo eventuale incontro segreto.
La settimana dopo ancora decisi di prevenirla: le dissi con largo anticipo, avvero già il martedì, che la serata con gli amici sarebbe stata il venerdì. Come ormai era diventata consuetudine le controllai il telefonino appena ne ebbi l’occasione, e trovai un SMS mandato da lei al suo amico geometra:

-Venerdì sera sono libera.-

La risposta era laconica:

-Ottimo-

Mi organizzai di nuovo, per il pedinamento, con tutta calma: avvisai i miei amici che anche stavolta non potevo essere con loro, e chiesi di nuovo l’auto in prestito: mi presero in giro, convinti che avessi ripreso ad uscire con la mia collega. Decisi però di dare un piccolo prologo al pedinamento: solitamente andavo all’appuntamento con i miei amici direttamente dal lavoro; invece tornai a casa, ero curioso di vedere come avrebbe reagito lei vedendomi rientrare, se avrebbe trovato una scusa per uscire lo stesso o no. Tra l’altro a pranzo non avevo avuto occasione di controllarle il cellulare. Da fuori notai la luce accesa in bagno e in camera, segno che lei si stava preparando. Entrai pian piano per non farmi sentire. La fortuna volle che lei avesse lasciato il telefono sul tavolo, così subito appena entrato potei controllarlo. C’era il consueto scambio di SMS:

-stasera stessa ora?-

-Se per te ok, stessa ora e stesso posto-

Poi però c’era un altro messaggino mandato da lui:

-Preparati bene: stasera ti faccio prendere una quantità di cazzo esagerata!-

Lo scambio di SMS continuava con quello di mia moglie che chiedeva spiegazioni:

-???-

-Fidati: ho in mente un giochino che appagherà appieno tutta la tua troiaggine-

-Mi fido-

-E non vedo l’ora-



Dovetti ricorrere a tutte le mie forze per mantenere la calma, mi sembrava piuttosto chiaro che il geometra quella sera avrebbe coinvolto anche il suo fantomatico amico.
Feci rumore e la chiamai, per far sentire che ero rientrato in casa. Mi rispose con un tono sorpreso e ovviamente allarmato:

-Come mai sei a casa?-

-Devo prendere dei libri che ho promesso di portare a S.- e nel frattempo salii le scale.

Lei era in accappatoio, ma notai i vestiti sul letto. Aveva buttato alla meno peggio una coperta per coprire ciò che si era preparata da indossare.
Notai la messa in piega dei capelli, non certo come se si accingesse a passare una serata sul divano.

-Che fai, esci anche tu?-

-Si…. Mi ha chiamato Laura… E’ il compleanno di Francesca… si va a mangiare una pizza…-

Quasi mi scappava da ridere nel vedere il suo imbarazzo, ma feci finta di niente e di bermi la scusa. La salutai e uscii.
Mi misi dietro una curva e aspettai che passasse. Solito pedinamento. Stesso, parcheggio, stesso SUV grigio, stesso Pub alla rotatoria. Ma quando scesero dall’auto notai che erano solo loro due. Evidentemente l’amico non c’era. Mi fermai come la volta precedente ad aspettare dall’altra parte della rotatoria, e decisi che stavolta li avrei bloccati sul portone: avevo le scuse buttate lì da mia moglie come ottimo pretesto. Uscirono dopo un’oretta, ma quando ripartirono, la loro auto prese la direzione opposta a quella della volta precedente. Ripartii subito per seguirli, preoccupato per il mio piano. Presero la strada verso Signa, poi girarono verso Firenze, per poi infilarsi nella stradina che porta al parco di Villa Montalvo, un’area verde che costeggia l’autostrada, lontana dalle abitazioni, ma frequentata di giorno da gente che fa jogging e altro. Posto, fra l’altro, dove anche io l’avevo portata qualche volta per divertirsi all’aperto, e anche per s**ttarle qualche foto osè.

A quell’ora la zona era piuttosto deserta, dovetti prendere più distanza per non farmi notare. Da lontano vidi l’auto fermarsi, fare manovra e poi entrare a retromarcia verso destra, sul lato di giardini. Mi calzai bene il passamontagna per passarci davanti e capire dove si erano infilati: erano in fondo a un vialetto fiancheggiato da due siepi. Mi fermai poco più avanti, dietro ad altre auto ferme ma vuote, e scesi dall’auto. A quel punto il piano era di nuovo quello di beccarli in flagrante. Con molta cautela mi avvicinai alla siepe, che distava circa 5-6 metri dallo sportello del guidatore. C’era chiarore, dovuto ai numerosi lampioncini che ci sono in quei giardini, e comunque dentro l’auto la luce era accesa e i finestrini erano aperti. Trovai un punto un po’ più rado nella siepe, e da lì mi misi a guardare. Vedevo chiaramente la testa rosso mogano di mia moglie che andava su e giù, accompagnata, per non dire spinta, dalla mano di lui. Ogni tanto vedevo i fari dell’auto lampeggiare, pensai che fosse a causa dei movimenti di lei.Dopo un po’ vidi aprire lo sportello. Mi acquattai bene, sperando che non mi vedessero. Lui scese dall’auto, aveva i pantaloni aperti, non potei non far caso al fatto che aveva un notevole randello. Girò attorno all’auto, per andare ad aprire lo sportello dove era seduta lei. Non vedevo niente, quindi feci rapidamente il giro da dietro, attraversando il vialetto in un punto buio dove c’era una panchina, cercando di non fare rumore, e mi infilai dietro alla siepe dalla parte opposta. Mia moglie era sdraiata sul sedile, a gambe spalancate e sollevate, la caviglia destra appoggiata allo sportello aperto, e lui era inginocchiato a terra, intento a leccarle la figa, facendola ansimare rumorosamente. Avevo il sangue al cervello, ma mi accorsi anche di avere la mano sulla patta dei pantaloni. Non sapevo se intervenire o no, mentre sentivo i lamenti di piacere di lei crescere di volume. A un certo punto lui si sollevò, facendola uscire dall’auto e invitandola a gesti a inginocchiarsi davanti a lui, che intanto aveva fatto cadere i pantaloni ai piedi. Vidi mia moglie gustarsi con piacere e maestria quel grosso cazzo, accogliendolo tutto in bocca. Lui forzava il ritmo tirandola per la nuca con una certa decisione. Notai che lui si guardava spesso attorno, soprattutto in direzione della strada: forse aveva sentito il rumore dei miei passi. Sperai che non mi vedesse. Almeno no per il momento. Avevo il cazzo in mano, e non me ne ero nemmeno accorto. Continuavo a guardare come ipnotizzato mia moglie che si succhiava quel grosso cazzo, ad un certo punto sentii distintamente la sua voce, resa leggermente rauca dall’eccitazione e dal lavoro sull’arnese del tipo:

-Che aspetti? Dai, scopami, ho troppa voglia…-

Lui le rispose:

-Sei la mia troia personale, quindi decido io quando chiavarti, come chiavarti, se chiavarti o da chi farti chiavare!-
Lei rise, ancora inginocchiata a terra, mentre lui frugò dentro l’auto in cerca di qualcosa. Tirò fuori una striscia di stoffa nera, con la quale la bendò, dopodichè la fece alzare e le tolse il cappottino di jeans. Potei così scoprire che sotto indossava solo un completino intimo che le avevo comprato l’anno precedente, reggiseno, perizomino e reggicalze in pizzo nero e rosso, e stivali neri. Era eccitantissima, seminuda, in mezzo a quel vialetto, appena illuminata dal fioco chiarore dei lampioncini.
Lui la prese per una mano e la portò più avanti lungo il vialetto, dove c’era una panchina di legno. Mi spostai anch’ io, il più silenziosamente possibile. La fece mettere inginocchiata sulla panchina, le mani sulla spalliera, con sotto le ginocchia una coperta appallottolata, accosciandosi dietro di lei per leccarla da dietro. Lei mugolava come una cagna in calore, vedevo distintamente che lui stava lavorando di bocca e di mani, e capii che le sue attenzioni erano destinate al culo di mia moglie. In quel momento lui si risollevò un attimo, prese dalla tasca una piccola torcia e la fece lampeggiare in direzione della strada. Sul momento non capii se era per controllare che non ci fosse nessuno, se aveva sentito un rumore o altro. Ma pochi secondi dopo notai del movimento in fondo al vialetto: comparvero tre uomini, erano incappucciati praticamente come me. Poi ne comparve un altro da un’altra direzione, questo a viso scoperto, e poi un altro ancora, sempre dalla stessa direzione. Mi andò il sangue al cervello. Ero pronto a schizzar fuori per fare qualcosa, ma mi accorsi che lui, in realtà non era per nulla preoccupato dalla cosa. Anzi, lo vidi alzare una mano e fare un gesto, come per invitarli ad avvicinarsi, mentre con l’altra continuava ad occuparsi delle parti segrete di mia moglie.
Rimasi fermo a vedere quel che stava accadendo.
I nuovi arrivati si avvicinarono a mia moglie, e subito cominciarono ad allungare le mani verso il suo corpo seminudo. La vidi sussultare per la sorpresa, accennando a rialzarsi da quella posizione, ma lui la fermò:
-Calma D., tranquilla… te l’avevo promesso che stasera ti avrei fatto prendere tanto cazzo, no? Coraggio, comincia ad assaggiarli…-
Capii che era tutto organizzato per filo e per segno.
Due di loro fecero il giro della panchina, i pantaloni già sbottonati, e si misero davanti a lei, ancora bendata; il primo le spinse subito il cazzo tra le labbra, sorpendendola. Lei rise per un attimo, nel momento in cui il cazzo le usciva dalla bocca, ma il tipo lo spinse di nuovo nella sua bocca, tenendola per la nuca e dettando il ritmo. Un altro aveva sostituito nel lavoro d lingua il “geometra”, che si era fatto da parte e guardava visibilmente divertito la scena, mentre gli altri due si dedicavano a palparle le tette, le natiche e le cosce. I due davanti cominciarono ad alternarsi nella bocca di mia moglie, che mugolava come un scrofa mentre li pompava..
Ebbi paura che il cazzo mi sarebbe scoppiato tra le mani.
Un terzo cazzo si presentò alla bocca di mia moglie. Vedevo la sua testa muoversi con foga nel gustarselo, i capelli rosso mogano ormai tutti spettinati. Il “geometra” le si avvicinò per risistemarle bene la benda sugli occhi:
-Stiamo bene attenti che non ti cada la benda…-
Poi si rivolse agli uomini:

-Coraggio, signori, la troia aspetta di essere montata. Mi raccomando, come vi ho già detto, niente fica…-

Ci fu una risata collettiva, poi uno dei tre col passamontagna si mise dietro di lei. Dalla mia posizione riuscivo solo a vedere il movimento di lui che la fotteva. Lei non aveva nemmeno un attimo per fiatare, con gli altri che si alternavano a scoparle la bocca.
Mi scoppiavano le vene.
Sentii l’uomo che grugniva come un porco, ma gli altri attorno a lui mi impedivano di vedere bene. Dopo un po’, dai rumori e dalle frasi intuii che il tipo aveva sborrato rumorosamente. L’uomo accanto a lui si mise subito al suo posto:

-Ora tocca a me sfondare questa troia.-

Anche lui la penetrò con decisione, pompando subito con forza. Sentivo il rumore della carne contro la carne, dei testicoli dell’uomo che sbattevano contro le parti più nascoste di mia moglie, ma non riuscivo a vedere bene.
Presi il coraggio a quattro mani.
Mi calcai bene il passamontagna, uscii dal cespuglio e mi avvicinai con cautela. Il “geometra” mi notò, ma non fece nulla. Mi misi come gli altri, con il cazzo in mano, accanto all’uomo che la stava inculando. Adesso nessuno si stava più facendo spompinare, erano tutti in fila dietro di lei, accanto a me. Tranne il “geometra” che continuava a guardare, incitando ogni tanto gli uomini e apostrofando mia moglie con gli epiteti più sboccati, spesso imitato dagli altri. Un paio di volte si avvicinò a lei per risistemare la bendatura sugli occhi, ma niente più.
Finalmente vedevo bene tutto.
Vedevo il cazzo dello sconosciuto che penetrava a fondo dentro al culo di mia moglie a ritmo forsennato, vedevo la bocca di lei spalancarsi senza emettere grida ma solo gemiti sommessi. Vedevo i cazzi degli altri, sguainati e pronti in attesa del proprio turno.
Decisi che anche io avrei aspettato il mio.
L’uomo che la stava inculando sfilò il cazzo dal culo di mia moglie, irrorandole la schiena e le natiche con abbondanti fiotti di sborra.Non aveva ancora finito di sborrare che già il terzo aveva infilato il proprio cazzo in culo a mia moglie:

-Io non farò come lui- le disse, – Io te la sparerò tutta dentro, troia!-

Rispetto al precedente, aveva un cazzo piuttosto grosso, e la inculava con forza ma con un ritmo più lento e regolare. La teneva per i laccetti del reggicalze, nel guardarlo notai che aveva molti tatuaggi, tra cui il giglio della Fiorentina sul braccio. Per questo mi rimase simpatico, ma mi fece pensare anche ad un tizio che conosco che ne aveva uno simile, se non uguale.
Mentre questo la inculava, vidi l’organizzatore dei giochi (ovvero il “geometra”) sistemare per l’ennesima volta la bendatura sugli occhi di mia moglie, dopodichè invitò i due che già avevano aperto la strada a occuparsi di nuovo della sua bocca:

-Coraggio, amici, fateveli tirare di nuovo su.-

Non se lo fecero dire due volte.

Il primo le poggiò letteralmente l’uccello sulla guancia:

-Leccami le palle, maiala, così mi torna subito duro!-

Mentre lei obbediva, leccando a piena lingua, anche l’altro accostò il proprio arnese. Lei non vedeva, ma la sua lingua cercava avidamente ora i testicoli di uno, ora il cazzo dell’altro.

-Certo che ti sei sposato davvero una gran maiala- disse quest’ultimo con un forte accento bolognese, rivolgendosi al geometra.

Lui rise:

-Tranquillo, non sono io che l’ho sposata: è solo la mia troia personale. E’ sposata con un altro.-

La faccia mi andava a fuoco, e il cazzo tra le mani mi pulsava all’impazzata.

Mi accostai ancora di più, a destra del tipo col tatuaggio. Vedevo il suo grosso cazzo sprofondare senza difficoltà dentro lo sfintere di mia moglie, che ormai aveva di nuovo la bocca tappata dai due, che si alternavano a farsi spompinare. Il tizio aumento la presa sulle sue natiche, lo vidi fremere:

-Aaaaaaah!!!! Te lo riempio di sborra questo culo, maiala!!!!-

Con una serie di scossoni potenti le scaricò il suo sperma dentro, senza sfilare il cazzo, facendo scuotere anche lei, che emise una specie di gridolino rauco.

Lasciò il posto al quarto, con lei sempre inginocchiata a pecorina sulla panchina, il busto appoggiato allo schienale, intenta a riportare al giusto tono i cazzi dei due, ai quali si aggiunse anche il tatuato, con il cazzo ancora gocciolante.
Anche il terzo le sborrò dentro, più velocemente e meno veemente del precedente. Il “geometra” continuava a girare attorno, senza partecipare, attento solo ad evitare che mia moglie perdesse la benda sugli occhi. Il quinto la inculò a sua volta, apostrofandola anche lui con un forte accento emiliano. La teneva per le spalle, spingendo forte il cazzo dentro di lei, fino a esplodere anche lui in una lunga sborrata sul culo e sulle cosce, sporcandole le calze nere e il reggicalze.

A quel punto toccava a me.
Il mio cazzo entro' nel suo ano come se niente fosse, dilatato e fradicio di sperma come era.
Non riuscii a resistere gran che.
Pochi colpi, un minuto, forse due, non di più, poi anche io sborrai.
L’organizzatore dei giochi mi fece un cenno, affinché anche io mi mettessi in posizione per farmi ritirare su il tono a colpi di bocca, ma io avevo paura che lei, non ostante la benda, potesse riconoscermi da qualcosa, e preferii rimanere un po’ scostato.
Notai le sue mutandine appese all’angolo dello schienale della panchina. Senza farmi vedere le agguantai e me le misi in tasca.

-Chi è pronto per il secondo giro?- disse a voce alta il geometra, quasi ridendo.

A sorpresa, sentii la voce di mia moglie, corrotta e rauca:

-Scopatemi in fica, per favore. Sono tutta bagnata…-

-Eh no, cara! Non sta a te decidere come essere scopata, stasera. Non ricordi cosa ti ho detto?

Al massimo possiamo cambiare qualcosina…-

Detto questo prese la coperta da sotto le sue ginocchia, la buttò a terra, guidò mia moglie fino a farla sdraiare sulla coperta a faccia in su.

-Avanti il primo, signori. Con lei in questa posizione siete più liberi di scegliere come scoparla. Però resta la regola che la fica è proibita…-

Capii ben presto cosa intendeva: uno degli uomini si fece su di lei, le divaricò le gambe tirandole su e la inculò da quella posizione. Mentre la inculava, le gambe ben sollevate, un altro le si avvicinò alla testa, appoggiandole il cazzo alle labbra e spingendolo dentro, e cominciando a scoparla in bocca.
Quello che la inculava grugniva e sbuffava, sfottendola con un ritmo forsennato, mentre l’altro ridacchiando e ansimando la chiamava “troia mangiacazzi” e la incitava a “ingoiarsi tutto il cazzo”.
Arrivarono al dunque quasi nello stesso momento: il primo si sfilo dal suo culo e si buttò in avanti, spostando il compare per sborrale in faccia. Anche l’altro le sborrò sul viso. Il tipo tatuato prse il posto di quello che l’aveva appena inculata, e cominciò da subito a pomparla forte nel culo, con le gambe appoggiate sulle spalle per affondare meglio. Le diceva –Troia sei tutta sfondata… ti entro in culo fino alle palle…- e altre cose pesissime.
Adesso il rito era quello: mentre uno la inculava, un altro la scopava in bocca. Lei era ormai senza ritegno, prendeva a bocca spalancata le sborrate di tutti. Io avevo ancora paura che potesse vedermi e riconoscermi da sotto la benda sugli occhi, percui partecipai solo sfogando la mia sega sul suo viso, ormai grondante.
A quel punto, dopo che tutti si erano vuotati i testicoli su di lei, il geometra entrò in azione: la fece alzare, barcollante, per farla sdraiare sulla panchina, e lì se la fottè selvaggiamente in fica. Lei rideva e ansimava come una pazza, il viso ancora umido di sperma, il reggiseno calato sotto i seni, le gambe spalancate, le calze nere rovinate, mentre attorno il gruppetto incitava il “geometra”. La scopò a ritmo molto sostenuto per almeno 7-8 minuti, prima di rialzarsi, facendola tirare su a sedere. Si mise davanti a lei:

-Apri la bocca, troia!-

Lei obbedì, ricevendo anche quell’ultima bordata di sperma in bocca. Lui le infilò il cazzo in bocca per farselo ripulire bene e, intuii, anche per farle ingoiare tutto.

Tentò di togliersi la benda, ma lui la fermò per l’ennesima volta:

-No, cara, dobbiamo prima far andar via questi nostri amici….-

Capii che era il momento di andarmene. E così fecero gli altri.

Tirai fino a tardi, prima di tornare a casa, per paura di incrociarla. Bevvi un bel po’, ero quasi sbronzo quando tornai, lei dormiva. In bagno, dentro al cesto dei panni da lavare, c’era l’intimo rosso e nero che aveva indossato, visibilmente sporco e pieno di chiazze. Non era nemmeno stata attenta a nasconderlo, evidentemente era molto frastornata dalla serata.


Un racconto del tutto inverosimile... 2

Il giorno dopo era un sabato, io dormii fino a molto tardi, complice anche l’alto tasso di alcol nel sangue. Quando mi alzai lei non c’era. Un bigliettino sul tavolo mi informava che era andata a fare un po’ di spesa.
Meglio.
Così avevo un po’ di tempo per schiarirmi le idee. Prima o poi avrei dovuto dirle qualcosa.
Quando tornò pranzammo, poi lei andò a sdraiarsi sul letto, evidentemente ancora stanca per i bagordi della serata precedente.

Ne approfittai per controllarle il telefono.

Niente SMS.

La sera uscimmo con alcuni amici di Firenze. Mentre eravamo in birreria con loro, chiacchierando allegramente, vidi che lei spappolava con il cellulare. Era chiaramente impegnata in un fitto scambio di SMS. Notai che aveva cambiato espressione, sembrava perplessa.
Tornammo a casa e lei filò subito a letto. Io con la scusa che non avevo sonno rimasi a guardare la TV, e appena fui sicuro che lei era già a letto, mi misi a cercare il suo cellulare, ma non lo trovavo. Aspettai un’ora, per essere certo che dormisse profondamente, entrai in camera e guardai sul comodino: il cellulare era li.
Lo presi e andai in bagno.

Lo scambio di SMS c’era eccome:

-Ti sei divertita ieri?-

-Non posso negarlo, anche se magari c’era un po’ troppo… casino-

-Ah ah dici? Non mi sembravi contrariata

-Ho perso le mutandine. Non è che sono in macchina tua?-

-Sei una troia distratta. No non ci sono-

-Comunque hai un po’ esagerato-

– Davvero? Ah ah, ma a me sembravi tutt’altro che contrariata. Te lo avevo detto che avresti preso una gran quantità di cazzo –

– Ma chi erano?-

-Ah ah curiosa eh?-

– Dimmi chi erano-

-Ok. Due erano di Bologna, li ho agganciati su un sito internet che si chiama lamoglieofferta. Tre, scusa-

-Cosa???-

-Mi avevano detto di essere in 2 ma poi evidentemente sono venuti in tre-

-Poi c’era un mio amico e due colleghi… che, chissà, potrebbero essere anche tuoi colleghi…-

-COOOOOSA?-

-Ah ah, il dubbio sarà una cosa divertente per te da oggi in poi, ogni volta che incontri qualcuno che sai che potrebbe conoscermi-

-Tu sei pazzo. Anzi malato-

-Anche tu non scherzi-

-Dimmi chi erano-

-Non ci penso neanche. Troppo divertente tenerti nel dubbio-

-Sei uno stronzo-

-Si. Sono quello che ci vuole per una troia come te-

Un racconto del tutto inverosimile... 3


Pensai al da farsi, e mi venne una buona idea.
Lasciai passare qualche giorno, poi il Mercoledì successivo fui io a stuzzicarla con qualche messaggino, nel pomeriggio:

-Se stasera ti metti sexy, ti porto a cena fuori-

-E dove mi porti?-

-Dipende da cosa vuoi mangiare e da quanto sarai sexy-

-Ciccia buona-

-Ok. Però allora dovrai essere moooolto sexy. Ad esempio potresti metterti quel completino col nero e rosso che ti ho regalato lo scorso anno-

-Mi vestirò sexy-



Il tranello era teso.

La portai a cena all’Antica Sosta, un ristorante alle Croci di Calenzano dove fanno delle ottime bistecche. Indossava una gonna viola dalla quale faceva spesso capolino il bordo nero della calza. Io la stuzzicavo e mi divertivo a scostarle la gonna, per attirare sguardi. Ero curiosissimo di scoprire cosa indossava sotto. Finita la cena anziché tornare a casa andai verso il lago di Bilancino, mi infilai nel grande parcheggio che era deserto. Scendemmo dall’auto, ci inoltrammo lungo uno dei vialetti, e con la scusa di volerla fotografare, cosa che lei sa bene mi piace fare prima di scoparla all’aperto, la spogliai della gonna e della camicetta. Indossava un bel completino con reggicalze nero, di pizzo, che non avevo mai visto. Le dissi che era molto sexy ed arrapante, ma non era quello che le avevo suggerito io. Lei rispose che aveva visto quello in un negozio qualche giorno prima, che le era piaciuto, e dopo la mia proposta del pomeriggio era corsa a comprarlo.
Feci finta di bermi la scusa. La fotografai mentre posava, poi mentre mi spompinava. Poi la scopai sul cofano dell’auto con molta soddisfazione.
La mattina dopo uscii di casa prima che si svegliasse, e le feci trovare le mutandine smarrite sul tavolo, accanto a un biglietto con su scritto “le ho trovate su una panchina”.

Un racconto del tutto inverosimile... 4


Non la sentii per tutto il giorno.
Quando tornò a casa non ci dicemmo niente. Lei teneva lo sguardo basso, mentre tentava di mangiare qualche boccone. Poi all’improvviso scoppiò a piangere. Parlammo, le raccontai dei pedinamenti, le raccontai che aveva visto tutto, che il sesto ero io. Lei era a pezzi. Mi chiese di perdonarla mille volte. Io le dissi che ci avremmo pensato il giorno dopo.
Il mattino seguente mi svegliai di nuovo molto presto, volevo evitare di parlarle, quindi quando uscii lei era ancora a letto. All’ora di pranzo le mandai un SMS:

–Ho capito che per te è stato solo un gioco. Sono disposto a perdonarti. Però devi fare una cosa in cambio–

–Cosa devo fare?-

-Voglio che scrivi il tuo racconto di quella serata, con particolari e tutto. Devi essere sincera, e lo devi postare su un sito per racconti erotici firmato con la tua iniziale-

-Sei matto?-

-No. Per niente. Voglio il racconto dettagliato. Se non trovi un sito te lo suggerisco io. Però lo voglio leggere entro stase
-Vuoi davvero che scriva tutto?-
-Tutto. Dettagliato e senza timidezza.

Elena.Proseguirebbe,con cose che lasciano esterefatte e poco interessanti,ma la chiudo qui.

Uno scambio andato male.

Ho letto su questo blog, che peraltro mi sembra molto serio, delle storie di persone che hanno avuto esperienze con scambisti. Bene, vorrei ...