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sabato 2 aprile 2011

Luciana 61,ossessione

Pubblico una storia vera inviatami da una persona di mia conoscenza , non è un invenzione
Sono Luciana, ed è da 28 anni che sono sposata tutt’altro che felicemente.
Mio marito l’ho tradito, anche se non vedo come avrei potuto evitarlo.
Il periodo però che mi ha segnato maggiormente, sono stati quei maledetti, distruttivi e, nello stesso tempo, eccitanti sei mesi.
Mi hanno segnata, mi hanno fatto cadere anche in depressione e avere un grandissimo senso di colpa, anche se attualmente chi conosce la mia storia mi ha detto di smetterla di farmi del male e di pensare a quel periodo come a un raro momento dove mi sono sentita me stessa.
Non l’ho confessato a molte persone e non so nemmeno io il perché lo pubblico attraverso questo Blog.
Forse in cuor mio spero di estrinsecare questo macigno e magari conoscere storie simili alla mia.
Cominciamo dall’inizio.
Mi sono sposata a 19 anni, più che altro per andarmene via da casa.
Abitavo in un paesino della Toscana, in una famiglia bigotta.
Ero vergine, anche se le mie prime esperienze le ho avute all’età di 12 anni con un ragazzo di qualche anno più vecchio di me: stavamo ore a far petting.
Non siamo andati mai oltre.
Ho conosciuto mio marito all’età di 17 anni; mi piaceva sottilmente; non ne ero innamoratissima, ma in ogni caso mi permetteva di andarmene.
Fisicamente mio marito non è una persona sgradevole, anzi, non è nemmeno intimamente poco dotato, ma è nell’atto in se stesso che è una frana.
Nulla di lui è erotico e, quando dovevo fare all’amore con lui, si finiva in pochissimi minuti.
All’inizio del matrimonio andò meglio, ma non poi così tanto.
L’atmosfera e l’eros non ci sono mai stati, perché, oltre a non saperlo fare, lui ha avuto la sfortuna di sposare una donna che ama essere presa con una certa forza e in situazioni parecchio trasgressive.
Solo negli ultimi tempi ho capito questo di me stessa, o forse prima non volevo ammetterlo.
Sono impiegata in un’azienda metalmeccanica; ho 48 anni; sono parecchio formosa; un bel viso, capelli lunghi neri, ma ora son bionda; gambe non esili, ma lunghe e un seno di cui vado orgogliosa, oltre a un sedere grande, che però attrae .
Ultimamente mi vesto sempre in corto, molto corto e mi piace essere notata dagli uomini e dalle donne.
Su queste ultime qualche fantasia l’avrei.
Insomma: ho ritrovato la mia serenità, la grinta e anche l’eros a 48 anni…
I primi due anni di matrimonio non sono stati malvagi, anche perché ho partorito.
In ogni caso il rapporto sessuale a me non soddisfaceva, e non solo quello, ma non avevo termini di paragoni: io pensavo che fosse così il sesso.
Non avevo neppure il coraggio di avere mie fantasie e, del resto, in quel periodo ero spesso sola.
Mio marito aveva il lavoro, poi la sua Inter, in fine, alla sera, c’ero io.
Alcuni mesi dopo la nascita di mio figlio però ho ricominciato a provare grande desiderio.
Ne ho parlato con mio marito, ma mi sono sempre sentita dare della scema.
Quella frase:”SEI SCEMA, CHE DICI? COME FAI A LAMENTARTI?” mi risuona ancora nella mente.
Lui in effetti era convinto di essere molto virile e non accettava, almeno così sembrava, alcune critiche.
In ufficio, pur essendo tra le più giovani, ero l’unica sposata e con un figlio e le mie colleghe e amiche raccontavano spesso le loro avventure con i rispettivi partner, o con amanti occasionali.
Questo per me era fonte di eccitazione, ma anche una tortura: avrei voluto essere io al loro posto.
Ormai vivevo la mia sessualità con la fantasia e, successivamente, con romanzi erotici e alcuni giornali pornografici recuperati grazie all’aiuto di una collega che non si faceva problemi a comprarli in edicola.
Erano sempre storie e immagini molto forti.
Uomini molto virili che possedevano le loro donne per ore, in modo brutale, soddisfacendole fino allo spasimo
Avevo talmente vergogna di questi pensieri, che vivevo queste avventure per interposta persona.
Mi identificavo in un'altra donna.
A casa, appena il bimbo era giù in cortile e mio marito in giro per lavoro o per la sua INTER, tiravo fuori da un cassetto questi giornali e mi soddisfacevo.
Alla sera poi facevo il mio dovere da brava moglie e ciò mi serviva in fin dei conti, perché non avevo di meglio
Vivevamo, e lo facciamo tutt’ora, in una casa colonica di due piani, in Toscana, nei dintorni di Viareggio, cosi composta: al primo piano viviamo io, mio marito e mio figlio; al secondo i genitori di mio marito e i due suoi fratelli, uno dei quali di 11 anni più giovane di lui.
Entrambi avevano la fama di essere degli “sciupa femmine”, in particolare il più giovane, Alberto, che non si faceva scrupoli a raccontare al fratello maggiore, in mia presenza, le sue avventure e prestazioni, con dovizia di particolari hard.
Alberto aveva intuito certamente il mio travaglio interiore, e forse sapeva che il fratello non doveva essere il massimo, e per anni tra me e lui c’è stata molta complicità e battutine.
Dopo che i miei suoceri si sono trasferiti nello stabile accanto al primo piano, Alberto ha cominciato a frequentare sempre più spesso la nostra casa, del resto bastava fare 21 gradini .
Lì ha iniziato la vera tortura.
Lui mi guardava e raccontava al fratello, accertandosi che io sentissi il racconto di ciò che faceva: “Ho fatto questo, sono andato con quella…” e giù nomi e posti .
Io ero li, che sentivo tutto e avrei avuto voglia di essere al posto di quelle donne, tra l’altro, alcune giovanissime, se non minorenni e altre sposatissime.
Sapevo tutto e ogni volta era sempre peggio, sempre più eccitata.
Questa storia è andata avanti per anni e mio marito non si accorgeva di nulla, o almeno sembrava, perché oggi così sicura non lo sono più..
Ho avuto un aborto in quei mesi e mio marito, invece di starmi accanto, era sempre con la sua INTER.
Quante corna costa a vuoi uomini il calcio, se solo ve lo immaginaste….
Non voglio farla molto lunga, è chiaro quello che è successo.
Un pomeriggio Alberto scende ed entra in casa nostra; la porta era sempre aperta; mi cinge sui fianchi, mi tira giù i pantaloni senza che io proferissi parola e, in modo molto violento, mi prende in quella posizione.
Non vorrei apparire volgare, ma Alberto era molto, molto dotato e devo dire che sono trasecolata e ho ricevuto una scossa tremenda.
Per un’ora e mezza mi ha presa in tutte le posizioni, dicendomi nient’altro che insulti, mai una parola dolce, ma, per quanto io mi stupissi di me stessa, ero appagata da morire.
Mai nel letto: sul tappeto, sul divano, appoggiata ai mobili, in ogni dove e, quando lo sentivo dentro e gli vedevo il…….., mi sembrava di svenire.
Finito, lui mi lasciava così, nuda, mezza intontita; si tirava su i pantaloni e se ne andava senza dire nulla.
Io ero anche dolorante in più parti e solo dopo un po’ riuscivo ad alzarmi.
Siamo andati avanti così per settimane.
Non sentivo colpe, solo desiderio, poi però ha cominciato a prendere piede in me l’idea di essere usata .
Avrei voluto anche essere un po’ amata
Non ne potevo fare a meno però, anche se ogni volta che lui usciva io mi sentivo psicologicamente a pezzi.
Ero drogata; dicevo a me stessa che quella sarebbe stata l’ultima volta, poi però il desiderio era fortissimo e non resistevo e ricadevo in quella trappola di sesso.
Quando non arriva, ero in ansia; il desiderio mi uccideva.
In alcune occasioni sono stata tentata di salire io da lui, persino con la presenza in casa di mio figlio e di mio marito.
Non l’ho fatto, ma è mancato poco.
Dopo sei mesi, non so ancora come, ho smesso, ma ci sono voluti anni perchè passasse il desiderio e in particolare le colpe di quelle ore.
Ogni tanto il desiderio mi prendeva e, se non fosse stato per dei farmaci che mi calmavano, non sarei riuscita a farcela.
Negli anni a venire ho avuto qualche amante, ma solo occasionale, e il rapporto con mio marito è ormai agli sgoccioli.
Qualche mese fa ho confessato a lui, i miei tradimenti( pochissimi, 4 in tutto purtroppo) escluso quello con il fratello e gli ho spiegato chiaramente che, se voleva continuare a essere mio marito, doveva accettare che io avessi altri uomini.
Mi aspettavo urla, fuochi e botte, invece mi ha detto questo: “D’accordo. capisco, però almeno che il figlio non sappia nulla” (figuriamoci, mica è stupido) “e poi, quando rientri a casa, mi racconti tutto”. L’ho guardato come se fosse un pazzo, ma l’ho fatto: appena rientro, gli racconto tutto e in questo modo lui si eccita.
Ho avuto un paio di partner che mi hanno trattata come a me piace e non mi faccio problemi a dirglielo, anzi lui vorrebbe vedermi mentre lo faccio.
Magari lo farò, così starà buono
Uno dei miei amanti mi dice che mio marito, poteva sapere della tresca con il cognato e che erano d’accordo.
L’ho sempre escluso, ma ora in cuor mio, dopo che mi ha confessato il piacere che prova a vedermi con altri uomini, qualche dubbio l’ho pure io.
Se fossi certa di questo, lo ucciderei.
Questa è la mia storia e credetemi che è verissima e ci son voluti quasi 20 anni perché potessi raccontarla, forse è banale ma chiunque volesse dirmi, in modo educato e non volgare, se ha vissuto una storia simile, sono qui …..
Ciao

Luciana 61  

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