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martedì 20 aprile 2010

Il sesso in ufficio non nuoce

Da Tgcom.it
http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine

Il sesso in ufficio non nuoce

E i tacchi alti fanno bene al sesso

Contrordine su tutti i fronti. Flirtare con i propri colleghi tra scrivanie e macchinette del caffè non distrae dal lavoro, tutt'altro. Pur di stare vicini al proprio partner, c'è chi rimane più a lungo in ufficio, e in generale migliora il suo rendimento lavorativo.
Quindi sì al sesso in ufficio, che megliora ulteriormente se lei porta i tacchi.

A sfatare un altro falso mito infatti, quello che portare i tacchi fa male alla salute, arriva uno tudio scientifico che riabilita i trampoli proprio in relazione alla vita sessuale. Una inversione di rotta insomma rispetto a quanto finora, allarmisticamente, più volte ripetuto sui tacchi a spillo. Gioite fanatiche delle scarpe alte, i tacchi non fanno male.
Una ricercatrice italiana, Maria Cerruto, urologa dell'università di Verona, ha affermato infatti che, indossando questo accessorio le donne migliorano il tono muscolare delle gambe e della pelvi, un effetto che avrebbe direttamente conseguenze sul piacere sessuale.
Se si considera che molte donne-manager vanno in ufficio vestite di tutto punto, con tanto di tacco alto, il gioco è fatto. E a liason ufficio-sesso è salva.
Lo studio, pubblicato da European Urology, è stato ripreso dal quotidiano britannico Daily Mail.
L'urologa ha studiato 66 donne sotto i 50 anni, misurando l'attività elettrica dei muscoli pelvici mentre tenevano il piede in diverse posizioni. Il risultato è stato che l'attività minore, segno di un muscolo più forte e rilassato, si otteneva con il piede a 15 gradi, corrispondente a un tacco di 7 centimetri. Secondo la ricercatrice italiana, "le donne spesso hanno difficoltà a fare gli esercizi per la zona pelvica, e indossare i tacchi potrebbe essere una soluzione". Ovviamente entusiasta è stato il commento alla notizia di Manolo Blahnik, divenuto famoso proprio per i tacchi fatti indossare alle protagoniste di Sex and the City:"E' una notizia fantastica", ha affermato al Daily Mail lo stilista, "anche se secondo me ci sono dei limiti ai tacchi: tutto ciò che va sopra gli 11,5 cm è troppo, fa male alla salute e non è nemmeno elegante".
A smontare il pregiudizio contro i flirt in ufficio ci ha pensato invece uno studio condotto nella "fredda" Norvegia dalla sessuologa Elsa Aalmas, pubblicato sulla rivista on-line 'Dagens Naeringsliv', cui fa eco una ricerca condotta in Italia dall'associazione 'Donne e Qualità della vita' che, sotto la guida dalla sessuologa Serenella Salomoni, ha approfondito l'argomento su un panel di 480 individui di età media fra i 25 e i 55 anni.
Dalla ricerca norvegese emerge che 1 lavoratore su 5 ha ammesso di aver avuto almeno una relazione con un collega e 1 coppia su 10 afferma di essersi formata sul posto di lavoro mentre, in generale, la gran parte degli intervistati afferma che avere una storia con un collega di scrivania dà più felicità ed energia e, dunque, si rende di più. "Le persone che legano con i colleghi", assicura la Aalmas, "conoscono meglio i propri sentimenti e questo produce più energia e più capacità di lavoro. Quest'effetto favorisce anche un comportamento più professionale ed elimina la possibilità che si creino problemi con il capo o con altri colleghi".

Ad analoghe conclusioni è arrivato lo studio italiano: le persone, per lo più donne innamorate sul lavoro, sostengono di essere più produttive nel 65% dei casi. Un intervistato su tre afferma di superare abbondantemente l'orario sindacale, pur di stare vicino al partner,e uno su due confessa di andare al lavoro più volentieri.
Uno su cinque (soprattutto donne) svela poi di portarsi perfino del lavoro a casa per mantenere un rapporto ideale e a distanza con la persona amata. Un intervistato su sette ha addirittura rivelato di aver rifiutato offerte di lavoro con aumenti di stipendio o promozioni solo per poter stare vicino alla persona amata. La fallocrazia del mondo del lavoro è confermata però da un dato. Sono il 65% le donne ad avere una relazione con un uomo collocato in una posizione gerarchica superiore. Nel 20% dei casi la relazione è con un pari grado mentre soltanto il restante 15% del campione ha una tresca con un uomo in una posizione inferiore. Quelle donne che hanno una liason con un superiore sono anche disposte ad ammettere (una su tre) che, tra i loro obiettivi 'amorosi', c'è anche la possibilità di un avanzamento di carriera.
Tuttavia appena il 15% delle donne definisce la propria relazione lavorativa 'strumentale'. Le relazioni in ufficio vengono anche promosse dagli uomini coinvolti. Addirittura un 33% ha ammesso di aver conosciuto la propria partner sul luogo di lavoro. Unindicativo 43% non si pente di avere avuto un rapporto sul luogo di lavoro. Per un ottimista 34% una cotta tra le scrivanie migliora la qualita' della vita. Per un 23% rende più ottimisti. Gli uomini, soprattutto quelli più in lato nella scala del potere,negano che il sesso in ufficio sia uno strumento di potere. Per l'87% degli intervistati le donne hanno ceduto alla loro corte per motivi che nulla centrano con il loro ruolo sociale. "Un dato discutibile ma evidentemente frutto di miopia e autocondiscendenza maschile", commenta il sessuologo Willy Pasini.

Quindi via libera al sesso fuori dai luoghi e dai modi consueti. Altro che sexy baby doll e completini "vedo non vedo" insomma, da sfoggiare nel tradizionale talamo dell'amore, il letto, per sedurre e essere sedotti vanno benissimo una scrivania e un bel paio di tacchi a spillo.
Pamela Anderson è d'accordo, almeno sul secondo punto, sentite le sue recenti affermazioni sull'accessorio cult di ogni fashion victim. L'ex sexy bagnina ha infatti dichiarato che, per essere sempre glamour, non può fare a meno dei suoi stiletti, nemmeno a letto.

Mostra Lynch/LoubotinQuel che è certo è che i tacchi rimangono comunque "l'oggetto" più erotizzante in assoluto. Lo ha confermato di recente uno studio delle Università di Bologna, L'Aquila e Stoccolma, che attribuisce a stiletti e trampoli il titolo di feticcio erotico di gran lunga più appetitoso, "numero uno mondiale".

E a Parigi si è da poco conclusa una mostra dal titolo inequivocabile, "Fetish", firmata da due maestri del calibro di David Lynch, uno dei migliori registi viventi e Christian Loubotin, lo stilista che calza, da anni, i piedi più famosi del mondo. Dalla loro geniale collaborazione è nata una carrellata di fotografie di scarpe-sculture, souliers dal tacco vertiginoso, indossate da due ballerine del Crazy Horse, dalle quali emerge il sottile potere "sessuale" e psicologico del tacco, un misto tra sensualità e feticismo.
"Il tacco è sexy", ha scritto Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison Gattinoni. "E' sensualissimo perché costringe la donna a muoversi con costante e impercettibile dondolio. Un'arma di seduzione, di dominio sull'uomo. E' come se il tacco volesse schiacciarti, con dolcezza, con violenza. Una supremazia 'psicologica' che fa parte da sempre dell'immaginario maschile."

Da qui però a sapersi destreggiare poi su calzature svettanti come grattacieli senza assumere andature goffe e senza soprattutto farsi del male, il "passo" è tutt'altro che breve. Ma per imparare a camminare sui trampoli i rimedi ci sono. A partire dall'interessante manuale uscito poco tempo fa in Gran Bretagna "How to walk in high heels?" (Come camminare con i tacchi alti"), scritto da Camilla Morton, una scrittrice inglese e che porta la prestigiosa firma di John Galliano nella prefazione. Qualche esempio? Considerando che il tacco amico è quello che non supera gli 8 centimetri, è giusto sapere che sopra ai 12 centimetri di stiletto bisogna imparare a non piegare le ginocchia, fare passi piccoli e veloci e inarcare la schiena, facendo tendere i polpacci e tenendo in avanti le palme delle mani. Una prima conseguenza di questa camminata non del tutto rilassata? I glutei si rassodano.

Ma non è tutto. In America e, di recente anche in Cina, sono nate delle vere e proprie scuole di tacco, "walk-stage" con esperti, dedicati alle clienti vip, con un budget di spesa minimo annuo di 200 mila dollare, di grandi magazzini di lusso, come Neiman Marcus, Bloomingdale's e Macy's. La mission impossible è imparare a camminare con disinvoltura anche con 12 centrimenti di tacco e oltre e soprattutto scegliere le calzature giuste evitando (se è possibile) i dolori lancinanti ai piedi, senza rinunciare ai trampoli, ovviamente.
E anche la scienza non ha perso tempo. Alcuni ricercatori di fisica dell'Università del Surrey, in Inghilterra, guidati da Paul Stevenson, nel 2005 scoprirono poi la 'formula' per non inciampare mai, un calcolo matematico di una certa complessità che forniva un 'aiuto' alla donna che voleva misurare l'altezza del tacco fatto apposta per lei. Per non rischiare di cadere o perdere l'equilibrio, dissero gli scienziati, una donna non dovrebbe mai indossare tacchi più alti di h=Q.(12+3s/8).
I coefficienti dell'equazioni sono ricavati in base ad una serie di variabili: numero e prezzo della scarpa, anni di pratica quotidiana con gli 'stiletti', percentuale di tempo dal quale la calzatura è diventata di moda e, ultimo ma non meno importante, quantità di unità alcooliche ingerite. I ricercatori, infatti, valutarono che in genere le scarpe più scomode sono indossate durante party e ricevimenti. Il tutto calcolatrice alla mano.
Da Tgcom
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Uno scambio andato male.

Ho letto su questo blog, che peraltro mi sembra molto serio, delle storie di persone che hanno avuto esperienze con scambisti. Bene, vorrei ...